Per provare a frenare una seconda ondata è la nazione più popolosa del Regno Unito a cercare di salvare il Natale, con una stretta nei prossimi giorni.
Il SAGE, consulenti scientifici del governo, avverte: «Rischiano di morire più di 85.000 persone questo inverno se il paese non viene chiuso immediatamente». Così Boris Johnson tenta di salvare il Natale con una chiusura drastica ma necessaria per almeno un mese, seguendo le orme di Francia e Germania.
L’indice Rt di diffusione del virus è tornato attorno a quota 1,5 superando quindi la soglia del rischio. La previsione di una potenziale diffusione del virus in inverno supererebbe di 4 volte le condizioni attuali e la minaccia di oltre 85.000 morti non lascia alternative al primo ministro inglese.
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Gli ospedali rischiano il sovraffollamento infatti i dati di ieri sono preoccupanti: 24.405 casi e 274 morti in tutta la Gran Bretagna. I ricoverati totali in ospedale sono saliti a 10.708, tra cui 975 sottoposti a ventilazione assistita nei reparti di terapia intensiva.
Non è ancora troppo tardi per salvare il Natale
Boris Johnson aveva dichiarato il 14 ottobre un sistema di allerta a tre livelli che non sta dando i risultati sperati, anche se gli esperti dichiarano che servirebbero almeno tre settimane per averne i primi effetti. L’Inghilterra, così deve prepararsi a un piano B con un lockdown di un mese rischiando di paralizzare ulteriormente un’economia in crisi ma con l’unica speranza di salvare il Natale.
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Non è chiaro cosa verrà chiuso e cosa no, nel fine settimana verranno definite le nuove misure prima dell’annuncio.
Gli inglesi attendono, sperando in misure non troppo drastiche anche se si pensa a una chiusura generalizzata di tutte le attività commerciali e dei luoghi di ritrovo che propagherebbero la diffusione del virus.
Melissa L.
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