Gli inquirenti che indagano sui due fidanzati uccisi a Lecce hanno scoperto particolari sconvolgenti. Ecco cosa scriveva Antonio De Marco nel suo diario
Antonio De Marco, reo di aver ucciso i due fidanzati Daniele De Santis ed Eleonora Manta, appare agli inquirenti come una “figura sconvolgente“. La polizia sta attualmente cercando di far luce sulle motivazioni che, lo scorso settembre, lo hanno portato ad assassinare la stessa coppia con cui aveva convissuto. Dal diario tenuto dal killer emergono dei particolari raccapriccianti: la personalità di Antonio De Marco si configurava già in precedenza come fortemente disturbata.
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“Ho comprato qualche attrezzo… voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi. Ho accettato la stanza, nella stessa casa di F., e ho già le chiavi e da qui quando andrò via potrò uccidere Daniele…“: questa è solamente una delle tanti frasi terrificanti che Antonio De Marco riportava nel suo diario. Il frammento sarebbe stato scritto il 7 agosto, esattamente un mese e mezzo prima di compiere l’efferato gesto.
Gli agenti della polizia stanno studiando le sue annotazioni ogni giorno, per tentare di ricavare maggiori dettagli circa la sua personalità. Stando alle testimonianze dei media locali, il diario inizierebbe proprio con una frase in stampatello, scritta in rosso: “Motivi per cui noi non siamo normali“.
Le pagine sono un susseguirsi di parole scollegate e terribili, come quelle sopracitate. “Parlare sempre al plurale; la bestia che sento dentro quando piango; il rifiuto dei 18 anni” – è l’elenco che si legge nel diario. Antonio raccontava poi dell’intervento chirurgico alla colonna vertebrale, che gli aveva causato molta sofferenza.
Infine, un dettaglio importante appare essere il suo costante desiderio di “essere amato”. La solitudine affettiva, da quel che traspare dalle pagine, era per il killer motivo di profondo dolore. “Ogni giorno che passa sembra che divento sempre meno amato, ma che ci posso fare? Non è colpa mia se nessuna mi ama!“.
Forse, è proprio questa la motivazione folle che lo ha condotto al gesto estremo: ha ucciso due persone che si amavano follemente, sorte che a lui non era toccata.
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