Il Ministro Speranza si è espresso in merito all’attuale stato dell’epidemia da Covid-19 in Italia e circa la possibile chiusura della scuola.
Quando la curva dei contagi è tornata a registrare un andamento in salita, la prima ad essere accusata è stata la scuola. Nonostante numerosi esponenti della comunità scientifica si siano battuti nel sottolineare come dai dati raccolti non vi fosse l’evidenza di una correlazione. In realtà la maggior criticità relativa alle scuole, è stato ricondotto a tutto l’apparato che vi gravita attorno: l’esempio va ai trasporti che ripetutamente sono stati tacciati di non aver gestito al meglio il servizio e le regole di prevenzione.
Dal Governo, in particolar modo dalla Ministra dell’Istruzione Laura Azzolina, mai un passo indietro. Nel momento in cui si è parlato di “chiusure” e “Didattica a Distanza” la pentastellata si è nettamente opposta. Adesso, però, pare che le convinzioni dell’Esecutivo stiano cambiando, in particolar modo quella del Ministro Speranza, anch’egli convinto sostenitore della prosecuzione delle lezioni.
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Il Ministro Roberto Speranza, non usa giri di parole, la curva dell’epidemia mostra una risalita terrificante. La soluzione è una: farla piegare oppure il Paese sarà in seria difficoltà. Stando a quanto riporta la redazione di TgCom24, Speranza avrebbe altresì affermato che l’Italia ha a disposizione solo due giorni per disporre nuove misure più stringenti e che non c’è tempo da perdere.
Non manca anche un riferimento alla scuola ed alla didattica in presenza che, seppur da difendere ad ogni costo, anch’essa per il Ministro “non è intangibile” considerato l’attuale contesto gravemente compromesso.
Il quadro, dunque, è ben chiaro: l’epidemia ha ripreso ad imperversare ed ora è tempo di correre ai ripari. Altri Paesi vicini, come la Francia, hanno imposto un nuovo lockdown. La Gran Bretagna lo farà a decorrere da lunedì. L’Italia vorrebbe scongiurare tale ipotesi il più possibile non solo per i rischi concreti che correrebbe l’economia, ma anche per le alte tensioni del tessuto sociale.
Negli ultimi giorni, infatti, si è assistito a scontri e tafferugli nelle grandi metropoli ove sono stati imposti coprifuoco e misure stringenti. L’esempio va a Napoli e Torino: manifestazioni di protesta si sono trasformate, in alcuni casi, in disordini ed atti di vandalismo ad opera di alcuni infiltrati nelle file di chi, invece, pacificamente esponeva il proprio dissenso.
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Il Governo ha, quindi, dovuto accelerare il confronto con il Comitato Tecnico Scientifico che avrebbe dovuto avere luogo prossima settimana. Già nel corso di questa notte si è provveduto ad una riunione all’esito della quale potrebbe giungere un nuovo DPCM.
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