In Germania aumentano i casi di peste suina su cinghiali ma dalla Lac iniziano a spuntare le prime dichiarazioni riguardo la non pericolosità della malattia
Oltre all’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ora spunta anche lo spettro della pesta suina. La Germania infatti sabato 27 ottobre fa avrebbe confermato il primo caso di peste suina nello stato della Sassonia, segnalando che la malattia si sta diffondendo oltre il suo punto critico iniziale nel Brandeburgo.
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La peste suina africana, come ha confermato i Ministero dell’Agricoltura, è stata riscontrata in un animale ucciso durante una battuta di caccia vicino al confine polacco. Si tratta del 117esimo caso dopo il primo riscontrato da inizio settembre sempre su cinghiali.
La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali, è altamente contagiosa e spesso letale per gli animali ma non è invece trasmissibile agli esseri umani. In Italia, la malattia è presente dal 1978 soltanto in Sardegna, dove negli ultimi anni si registra una netta riduzione del numero di focolai.
Baldini, “Che cosa c’entrano i cinghiali con la diffusione della peste suina?”
Molti tecnici e responsabili sanitari non ci stanno a questo allarmismo eccessivo e fanno sentire la loro voce riguardo ciò che sta accadendo. L’ambientalista marchigiano Danilo Baldini, delegato regionale della Lac, la Lega anti caccia, ha contribuito a far sentire la sua voce contro l’assessore regionale all’agricoltura e alla caccia, Mirco Carloni, per “la proposta di adottare un piano organico di gestione della peste suina, diffusa in tutta Europa ormai, per controllare il numero dei cinghiali.
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“Che cosa c’entrano i cinghiali con la diffusione della peste suina?” – chiede l’ambientalista insieme ad altri rappresentanti marchigiani della Lac e della Lav. Indagini sanitarie, infatti, hanno dimostrato che in realtà la peste suina africana si genera e si diffonde in particolare in quegli allevamenti intensivi di maiali, dove le condizioni igienico-sanitarie sono pessime e nei quali ci sono animali malati che fanno da incubatori e quindi da diffusori del virus.
“Come farebbero quindi i cinghiali, che sono animali selvatici e vivono nei boschi, a contagiarsi con i maiali infettati dalla peste suina, essendo questi rinchiusi in allevamenti a circuito chiuso? L’unico modo che ci viene in mente sono quegli allevamenti allo stato brado, spesso abusivi, in cui cinghiali e maiali sono spesso insieme in condizioni sanitarie a limite della decenza”– aggiunge Baldini.
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