“Ridateci i fuochi o vi ammazziamo”: Tre poliziotti sequestrati durante il funerale di un ragazzo a Palermo
Lo scorso 23 giugno un ragazzo di diciassette anni è morto travolto da un’auto a Palermo, in viale Regione. Il quartiere dove risiedeva il giovane ha partecipato in massa al funerale. La polizia, però, fu costretta ad intervenire per far rispettare le norme anti-covid. Ci fu anche un sequestro dei fuochi d’artificio che i partecipanti ai funerali prepararono per l’ultimo saluto al ragazzo. L’intervento dei tre poliziotti scatenò la reazione di alcuni presenti che circondarono gli agenti e li rinchiusero in una scuola minacciandoli di ammazzarli se non avessero restituito i fuochi d’artificio. Una vicenda incredibile, una sottomissione dello Stato con la forza che a distanza di mesi è stata ribaltata. E’ arrivato, infatti l’arresto di uno dei “sequestratori” e sette ulteriori denunce. A muoversi gli agenti del commissariato Zisa-Borgo Nuovo che hanno agito su richiesta del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del sostituto Giorgia Spiri.
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Poliziotti sequestrati, gli arresti
Il ragazzo arrestato ha 24 anni e per lui sono scattati i domiciliari come misura cautelare. Altri due di 24 e 23 anni hanno l’obbligo di firma. L’accusa che pende su di loro è avere rinchiuso tre agenti nella scuola De Amicis, dove gli stessi poliziotti si erano nascosti per sfuggire all’aggressione ricevuta durante i funerali. Sui verbali pubblicati da Palermotoday si legge che c’è l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di eseguirne un altro e averlo commesso nei confronti di pubblici ufficiali. Inoltre, sempre dai verbali si legge che altri 5 indagati hanno usato violenza e minaccia nei confronti di pubblici ufficiali;
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hanno colpito, in concorso tra loro e con altri soggetti non identificati, due operatori di polizia con calci e spintoni, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di eseguirne un altro. Durante i funerali, ai quali hanno partecipato circa 1000 persone non autorizzate date le restrizioni Covid, sono stati esplosi fuochi d’artificio. Ora i sette sono nei guai.