Cosa cambia per la scuola nel nuovo Dpcm in vigore dal 5 novembre. Il Ministero emanerà un’apposita nota esplicativa
Il nuovo dpcm del Governo è stato firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed è in fase di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. In attesa della pubblicazione, sono già trapelate abbondantemente le anticipazioni che lo riguardano. Novità e cambiamenti anche per quanto riguarda il settore della scuola. Ecco cosa cambia; Nelle regioni cosiddette “rosse” dove la percentuale di contagiosità è elevata secondo i parametri fissati dal ministero della salute, le attività didattiche fino alla prima classe della secondaria di primo grado si svolgeranno in presenza. Didattica a distanza (Dad) invece al 100% per la scuola secondaria di secondo grado e per le altre classi della secondaria di primo grado. Le presunte regioni rosse dovrebbero essere con certezza Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. In queste regioni rosse gli alunni potranno essere accompagnati dai genitori. Inoltre, con la sospensione di tutti i concorsi, anche il concorso straordinario per docenti, in corso in questi giorni, sarà sospeso. Quello ordinario, invece, slitterà sicuramente al 2021.
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Scuola, le novità
Non sono mancate perplessità da parte del mondo sindacale della scuola. L’Anief prende atto “della difficile situazione epidemiologica, soprattutto in alcune aree del Paese dove i contagi e il numero di vittime hanno raggiunto livelli altissimi”. Il presidente nazionale, Pacifico, ha poi aggiunto: “La didattica a distanza prevista ora per tutte le scuole superiori è una condizione probabilmente inevitabile; ma che determinerà problemi negli apprendimenti: perché la dad non può sostituire la didattica in presenza”.
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Per tutto il territorio nazionale la scuola secondaria di secondo grado svolgerà didattica a distanza. Saranno sospesi i viaggi d’istruzione, le riunioni si svolgeranno a distanza. Rimane la didattica in presenza per le scuole per l’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado per quanto riguarda il primo anno. I sindacati si augurano che dopo questa fase si interverrà al più presto sull’annoso problema delle classi pollaio, punto fermo, del resto della politica della ministra Lucia Azzolina.
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