Palestre chiuse, la testimonianza: “Dopo anni di sacrifici, oggi è tutto appeso ad una grande incertezza”

Palestre chiuse: l’intervista a Giuseppe Oliva, titolare delle Palestre Workout di Catania, che ci illustra le spese sostenute ed i danni subiti dagli ultimi provvedimenti.

Intervista Giuseppe Oliva
Protesta a Catania (Facebook)

L’intervista a Giuseppe Oliva, titolare delle Palestre Workout di Catania; tre strutture dislocate sul territorio catanese. Da sempre punto di riferimento per la città, per chi ama concedersi dei momenti di sport, tra sala attrezzi, ballo e corsi di tutti i tipi. Giuseppe si racconta, tra amarezza e diffidenza per quanto sta accadendo nel paese, ma sempre con un occhio proiettato verso il futuro.

Partiamo subito da alcuni dati: quanti clienti hai perso in termini percentuali a causa di questa emergenza sanitaria? Mi riferisco al periodo tendenzialmente maggio-ottobre.

70%, per svariati motivi. Sempre legati al terrorismo mediatico del virus.

Igienizzante, plexiglass…quanto hai speso più o meno in questi mesi per rendere sicura la palestra?

Non riuscirei a conteggiare le spese che ho avuto per seguire i vari protocolli proposti dal Governo. Posso dirti approssimativamente più di €10.000, ricevendo dallo Stato un bonus a fondo perduto per adeguarmi di €800,00. Considera che solamente di rotoloni di carta e alcol spendevo quotidianamente per le 3 strutture €90,00.

Ci sono stati casi di positività al Covid-19?

Assolutamente no. Venivo avvertito a quest’ora dalle Autorità Competenti.

A causa di questa situazione delicata che ha colpito principalmente il mondo del fitness, quando riaprirai, pensi che modificherai qualcosa nelle tue strutture? Non so, riduzione dei corsi, di orari…

Se riuscirò a riaprire, anche perché non si conosce ancora un tempo per una riapertura, non ci sarà nessuna variazione sui corsi, né tanto meno di orari. Tranne che, il protocollo dedicato alle palestre dice che determinati corsi non possono svolgersi. Allora sono costretto a sospendere momentaneamente quell’attività.

Sabato a Catania c’è stata una protesta organizzata dai titolari e gestori delle palestre, tu hai partecipato?

Ero l’unico e il solo per quanto riguarda lo sport. NESSUNO! infatti Non capisco come ai miei colleghi possano stare bene determinate restrizioni e senza un lavoro. Dopo anni di sacrifici, oggi è tutto appeso ad una grande incertezza.

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Intervista Giuseppe Oliva
Locandina della protesta a Catania (IG Stories)

Che clima c’era tra i manifestanti?

Insieme a me erano presenti titolari di bar/ristoranti/pub, c’era un’aria altamente pacifica, ma parecchio delusa e di rassegnazione. Tutti noi stiamo partecipando al funerale delle nostre attività. A nessuno importa come stanno gli imprenditori.

Come lo vedi il futuro delle palestre?

Spero che esista ancora un futuro. Che ci aiutino con aiuti economici importanti, che ci blocchino le utenze, le tasse, gli affitti, che ci permettano di riaprire senza restrizioni, senza quel terrorismo psicologico e che ci possa essere una grande ripresa. Siamo stati una categoria molto colpita, siamo stati SACRIFICATI.

Intervista Giuseppe Oliva
Protesta a Catania (Facebook)

Ultima domanda: il 2020 è certamente un anno da dimenticare, per tutti insomma…a parte per chi produce igienizzante. Battuta a parte, tutto questo trambusto ha modificato l’amore per la tua attività o passata l’emergenza continuerai a crederci e investire su quello che immagino per te non sia solo un lavoro ma uno stile di vita?

Credo che l’amore che ho per il mondo del fitness, è un sentimento che ormai fa parte di me. E sperando in una ripresa, mi dedicherò anche ad altro. Perché purtroppo e con grande malincuore, dico, che lo sport e gli sportivi in un momento come questo, sono totalmente esclusi (in Italia), e possono farne tranquillamente a meno della nostra categoria, si dice che siamo stati i maggiori esponenti della trasmissione del virus nelle nostre strutture. Un fatto realmente non vero. Regaliamo, benessere e divertimento e in questo momento SICUREZZA.

MARIA LONGO

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