Stefano D’Orazio sentiva concluso il suo capitolo con la band che l’ha portato al successo. La sua strada è stata tanto indimenticabile quanto faticosa. Non si nasconde dal dirlo apertamente: “Sono al capolinea. Sto per scendere dalla grande astronave luminescente e fortunata che per tanti anni mi ha trasportato oltre le mie aspettative.”
Parla della sua giovinezza, della speranza di un ragazzo che voleva crescere e diventare un mito della musica. La sua carriera, iniziata quasi per gioco, l’ha portato a calcare i più grandi palchi del panorama dello spettacolo italiano: “Un viaggio iniziato spensieratamente, quasi per gioco, in quel tempo in cui il mio futuro, sembrava essere così lontano. Sono salito, tanto per farmi un giro, sul quel traballante ottovolante che, in quel tempo, solo in pochi chiamavano musica.”
Non si aspettava tutto il successo che i Pooh hanno accumulato negli anni. Tra alti e bassi, tra nuvole e temporali (come lui stesso scrive), la direzione seguita si è rivelata quella giusta. Sono tanti i premi vinti dalla band: Festival di Sanremo nel 1990, 14 telegatti, onorificenza come Cavalieri della Repubblica. “Sono diventato un buon cliente di “Popland”, ho vinto telegatti e pesci rossi, ho raccontato le mie piccole fantasie a gente che forse, come me, aveva bisogno di piccole cose per addormentarsi felice.”
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