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Stefano D’Orazio non nasconde però i grandi rimpianti che una vita come la sua lo ha costretto ad avere. Le rinunce, le sofferenze, i desideri mai espressi: “Ho rotto bacchette ed amicizie troppo grandi per sopportare le mie eterne lontananze, ho tenuto a battesimo i figli degli altri senza avere mai avuto il coraggio di farne uno mio, ho messo tutto il mio tempo e tutto il mio talento nella grande avventura che mi ha accompagnato fin qui.”
Ed è proprio all’apice del Successo con la esse maiuscola che sente di dire basta, di mettere finalmente un punto dopo tanto girovagare. Progetti per il futuro però ne aveva tanti: “scoprire il senso della noia”, viaggiare, leggere libri e scriverne uno suo, parlare ai giovani di musica e di vita o “semplicemente coltivare capperi a Pantelleria.”
I ringraziamenti di rito non sono affatto banali. I primi citati sono i suoi compagni di lavoro, di viaggio e di vita. “Con loro ho trascorso i miei tempi migliori ed ho diviso il meglio di questa lunga storia” – scrive D’Orazio.
Un pensiero corre ai suoi genitori che, pur non essendoci più, hanno sempre creduto in lui nonostante non avessero mai immaginato che “suonare il tamburo” gli avrebbe portato tanta fortuna.
Grazie ai tecnici che lo hanno acompagnato sempre durante le esibizioni, a chi ha scritto e parlato di lui, nel bene o nel male, alla sua casa discografica, ai fan, artefici di mille applausi.
“Grazie a tutti quelli che mi saranno amici anche domani. Grazie, io scendo qui.“
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