Oggi ci sarebbe dovuta essere la sentenza d’appello per il clochard accusato di aver spinto nel Tevere lo studente americano, ma il Covid ha bloccato tutto.
La sentenza del processo d’appello è stata rimandata al 2 dicembre poiché Massimo Galioto è in attesa del risultato del tampone. La tragedia si è consumata il 4 luglio del 2016 quando è stato rinvenuto il cadavere di Solomon sulle sponde del Tevere che era uscito con degli amici, qualche sera prima e mai rientrato in casa.
Era stata la sua compagna a confessare che Galioto aveva litigato con lo studente fino a spingerlo nel fiume, versione confermata dalle telecamere visionate dalla Polizia di Stato anche se non era chiaro chi aveva commesso l’omicidio.
In primo grado, il punkabbestia, è stato assolto per non aver commesso il fatto.
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Chiesta una condanna di 18 anni di reclusione
Massimo Galioto, è stato arrestato il 5 maggio perché accusato di un altro omicidio, quello di un senzatetto come lui, rinvenuto sempre sulle sponde del Tevere. Galioto è stato trovato dopo un inseguimento poco lontano da dove è avvenuto il fatto, riconosciuto dai testimoni e incastrato sempre dalle telecamere di sorveglianza.
Attualmente è a Regina Coeli e il pubblico ministero ha chiesto per lui una condanna a 18 anni di reclusione con l’accusa di omicidio preterintenzionale.
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Massimo Galioto è un 45enne romano, figlio di commercianti che vive in strada da anni. La sua dimora è una tenda allestita solitamente nella zona di Trastevere, sulle banchine del Tevere.
E’ conosciuto per la sua indole violenta e per la sua dipendenza dalla droga, accusato proprio dalla sua compagna ora resta in carcere in attesa della sentenza e del tampone.
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