La Fondazione Gimbe monitora i dati della pandemia. “Quasi 3mila morti in 7 giorni, intensive piene in 11 Regioni. Serve un cambio di rotta”
La pandemia procede verso il picco della seconda ondata. La crescita della curva è rapida e il paese si appresta ad affrontare le difficoltà sanitarie già ben note in primavera, durante la prima ondata. Personale sanitario in affanno, posti letto e personale che non bastano, ambulanze che non riescono a rispondere in tempo a tutte le chiamate, bombole d’ossigeno mancanti. In questo scenario, la Fondazione Gimbe si occupa del monitoraggio dei dati della pandemia in Italia. Il loro lavoro è indipendente, slegato dalle istituzioni in campo. Secondo l’ultimo monitoraggio, in sette giorni in Italia ci sono stati settemila morti da Covid-19.
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Andando ad analizzare i dati più in profondità, la settimana che dal 4 al 10 novembre, rispetto alla precedente, ha fatto registrare l’incremento nel trend dei nuovi casi che sono passati a 235.634 contro 195.051. L’incremento del rapporto positivi/casi testati (27% vs 23,9%). Crescono del 41,1% i casi che oggi sono positivi (590.110 vs 418.142) e, sul piano ospedaliero, si è verificato ancora un incremento dei pazienti ricoverati con sintomi (28.633 vs 21.114) e in terapia intensiva (2.971 vs 2.225). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si sono verificate le seguenti variazioni: decessi: 2.918 (+70,4%); terapia intensiva: +746 (+33,5%); ricoverati con sintomi: +7.519 (+35,6%); nuovi casi: 235.634 (+31%); casi attualmente positivi: +171.968 (+41,1%); casi testati +54.309 (+6,6%); tamponi totali: +121.410 (+9,1%). “Nell’ultima settimana – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si conferma l’incremento di oltre il 40% dei casi attualmente positivi che si riflette sul numero dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, con gli ospedali sempre più vicini alla saturazione, oltre che sul numero di decessi, che nell’ultima settimana hanno superato quota 2.900”.
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A preoccupare molto è il tasso di saturazione dei posti letto in ospedale. In sedici regioni si è superata quota 40% dei posti disponibili, in undici il 30%. In alcuni casi, come la Campania, si dichiarano posti letto disponibili mentre i medici dei vari ospedali affermano che mancano.
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