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Black Friday, il lato negativo: possibile impennata di inquinamento da CO2

Il prossimo Black Friday potrebbe tradursi in un impennata di inquinamento da CO2: ad effettuare la previsione gli esperti di Money.co.uk.

(Getty Images)

In tanti non vedono l’ora che arrivi il 27 novembre, il cosiddetto Black Friday. Una data tanto attesa dagli amanti dell’e-commerce poiché in quel giorno potranno trovare in rete prodotti ad un prezzo scontatissimo. Eppure se da un lato si implementano le vendite e gli acquisti, dall’altro il Black Friday alimenta purtroppo le emissioni inquinanti. A rivelarlo gli esperti di Money.co.uk i quali hanno analizzato un ingente quantità di dati prima di giungere alla triste conclusione.

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Il lato negativo del Black Friday: inquinamento alle stelle

(Getty Images)

Secondo uno studio condotto dagli esperti di Money.co.uk il Black Friday, evento tanto atteso dagli amanti dell’e-commerce, avrebbe un risvolto tutto negativo. In particolare in quella specifica data i valori delle emissioni di inquinamento raggiungerebbero cifre esorbitanti. In quello prossimo soprattutto, del 27 novembre, il caso potrebbe essere ancor più amplificato considerate le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria.

Se le persone sono consapevoli di voler effettuare acquisti on-line, non hanno la medesima contezza delle conseguenze che tale decisione potrà avere sull’ambiente. Money.co.uk ha stimato che raffrontando la mole d’aumento della fruizione di e-commerce (+14% in confronto allo scorso anno) quello che si appresta a venire sarà veramente un giorno “nero” per l’ambiente. Secondo le proiezioni, infatti, saranno ben 429mila le tonnellate di Anidride Carbonica. Una quantità che tradotta è pari a quella di oltre 430 voli di linea che percorrono la tratta New York-Londra.

I dati raccolti dagli esperti parlano di un corriere in particolare che contribuirà alla più vasta produzione di CO2. Si tratta di uno spedizioniere che nel 2019 ne ha immesso nell’aria oltre 50mila tonnellate e che solo per questo Black Friday potrebbe superare la soglia annua dello scorso anno di ben 9mila unità.

In questo studio però, una menzione d’onore è andata ai virtuosi della Royal Mail i quali sembrano essere i più attenti alla tematica ambientale. Ciò soprattutto grazie ai mezzi di trasporto ad impatto zero.

Quello che avrebbe dovuto destare maggiori preoccupazioni era Amazon, gigante dell’e-commerce. Una società che dalla sua nascita ad oggi ha praticamente conquistato il settore. Invece, il noto sito, avrebbe trovato un modo per ridurre le emissioni utilizzando punti di ritiro ed eliminando il fattore delle consegne a domicilio. Non solo, Amazon avrebbe implementato la propria rete di consegne con mezzi full electric si da non incidere sulle emissioni.

A maggiormente stupire, però, è l’inconsapevolezza dei cittadini o meglio la poca importanza che per loro ricopre una modalità di spedizione rispettosa dell’ambiente. Secondo lo studio condotto da Money, solo ad 1 su 10 vi darebbe peso. Gli altri sceglierebbero la spedizione gratuita, badando quindi solo a non aggravare i costi seppur poco ecologica. Il 20% degli acquirenti ha dichiarato di non voler pagare alcun surplus per modalità meno inquinanti, il 17% invece si sarebbe detto ben disposto a spendere sino a 2 sterline in più.

Dallo studio degli esperti è emerso che maggior attenzione al tema è prestato dai più giovani di fascia d’età compresa tra i 16 ed i 24 anni.

Il commento degli esperti

Gli esperti di Money.co.uk hanno commentato i risultati ottenuti. A loro dire è alta la percentuale di chi sarebbe incline ad acquistare in maniera maggiore se il venditore adottasse delle modalità a basso impatto ambientale. Una dimostrazione chiara dell’attenzione che si rivolge alla Natura. Purtroppo però, di contro, solo il 20% come poc’anzi riportato, si sarebbe reso disponibile a pagare anche solo una piccola somma in più per consegne eco-compatibili. Ad atterrire maggiormente il dato per cui, quasi la metà di coloro che effettuano acquisti on-line avrebbe ammesso di non patire alcun senso di colpa per il danno all’ambiente arrecato dall’e-commerce.

In sostanza, se da un lato gli utenti del web accetterebbero di acquistare maggiormente da venditori più attenti all’ambiente nelle loro spedizioni, dall’altro non sarebbero disposti a pagare un seppur minimo sovrapprezzo. Pur essendoci, quindi, una particolare inclinazione a voler ridurre le emissioni di CO2 dall’altro lato le caratteristiche fondamentali sono velocità ed affidabilità.

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(Getty Images)

Lo studio è stato condotto sui trend della Gran Bretagna, tuttavia è possibile ritenere che il fenomeno, quanto meno della sovrapproduzione delle emissioni di CO2, sarà generalizzato.

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