Il professor Andrea Crisanti si è espresso in merito ad un possibile lockdown durante le feste di Natale per cercare di arrestare l’epidemia.
Durante l’estate, sembrava che l’epidemia da Covid, quantomeno in Italia, avesse subito un’importante battuta d’arresto. Le Istituzioni, nonostante il miglioramento del quadro generale, però, hanno costantemente invitato la popolazione a non abbassare la guardia rammentando quanto potesse essere pericoloso lasciarsi andare a facilonerie di sorta. Il rischio era quello di una nuova impennata della curva dei contagi: purtroppo così è stato. L’Italia in questo momento sta vivendo quella che la maggior parte della comunità scientifica identifica come seconda ondata.
Il professor Andrea Crisanti, ordinario presso l’Università di Padova, si è espresso sul punto, mettendo in guardia il Paese su quelle che potrebbero essere le conseguenze di una totale riapertura per Natale. Si parla già di una terza ondata.
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“Invece che riaprire per Natale, bisognerebbe fare l’opposto: il quadro è troppo compromesso“. Sono queste le parole del professor Andrea Crisanti, ordinario dell’Università di Padova, rilasciate ai microfoni de La Repubblica. Per il noto microbiologo le ferie degli ultimi giorni dell’anno andrebbero sfruttate per una chiusura generalizzata e per cercare di arrestare l’epidemia. Crisanti, però, è al contempo realista: “Capisco tuttavia che in questo caso bisogna anche tener conto delle esigenze economiche“.
Ma allora, se così è -prosegue il professore- bisogna porre in essere misure rigide di gestione. In primis, avanza, la proposta di dilatare i tempi di apertura delle attività commerciali, contingentare gli ingressi negli stessi, e scongiurare ogni possibilità di assembramento sia in luoghi pubblici che all’interno delle case.
Il professore sul punto è lapidario: “Il punto focale – riferisce a La Repubblica– non è capire la tenuta dell’intero sistema, ma comprendere quanti morti siamo disposti ad accettare”. Per Crisanti, non c’è dubbio: un altro lockdown è inevitabile. A richiederlo con pressante urgenza saranno i dati. Purtroppo, allo stato dei fatti è insensato il numero dei tamponi che viene eseguito: i contagi sono troppo elevati. Il professore spiega che la campagna di controlli a tappeto aveva senso quando si voleva spezzare la catena di diffusione del virus. Ormai questo è divenuto impossibile: oggi il Covid-19 imperversa senza alcun tipo di controllo.
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In chiosa il professor Andrea Crisanti ha detto quale sarà a suo avviso il momento in cui si uscirà definitivamente da questa pandemia. Per lui, si parla di anni, esattamente tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.
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