Immagine e Social Media: perché è sconsigliato l’abuso dei fitri di bellezza

Da Snapchat a Instagram, i social media diminuiscono le distanze e avvicinano le persone.

Immagine e Social Network (Getty Images).
Immagine e Social Network (Getty Images)

Eppure, è bene ricordare che queste vetrine virtuali non sempre riflettono la realtà e spesso l’abuso della finzione può essere pericolosa per la nostra stabilità emotiva. Esaminiamo il caso dei filtri bellezza. I Social Media sono oggi lo strumento comunicativo più utilizzato. Per motivi personali o professionali, l’utenza registrata sui social network è in costante aumento: ai primi posti troviamo Facebook, Youtube e Whatsapp.

Tuttavia, grazie al loro esclusivo linguaggio visivo, Snapchat e Instagram spopolano tra i più giovani, specialmente grazie all’aggiunta di filtri che rendono foto e video più attraenti. Nati con Snapchat ed estesi alle stories di Instagram, i filtri sono effetti visivi che si applicano in realtà aumentata e in tempo reale al soggetto della fotografia o del video.

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Social Media: la lista di filtri

Avatar Social Network (Getty Images)
Avatar Social Network (Getty Images)

La lista di filtri proposta dai social media è infinita, ma sono proprio i filtri di bellezza i potenziali responsabili dei moderni disturbi psicologici legati alla falsa percezione del Sé. I filtri sono maschere virtuali dinamiche che, applicandosi ai nostri volti, standardizzano i nostri lineamenti facciali secondo ideali di bellezza costruiti. Occhi grandi, visi scavati e labbra carnose sono l’emblema virtuale della dittatura della finta bellezza. Attraverso la cancellazione dei nostri tratti somatici e il loro accomodamento a ideali fittizi, è evidente che questi strumenti applicativi possono risultare pericolosi per la nostra autostima, specialmente tra gli adolescenti. L’abitudine legata all’esposizione, può mettere a serio rischio l’equilibrio della nostra identità.

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Social Media (Pixabay)
Social media (foto Pixabay)

Non è un caso la recente corsa ossessiva alle operazioni di chirurgia estetica, quali Botox e altri riempitivi che sono all’ordine del giorno tra i VIP. L’ossessione verso il Sé perfetto può essere la spia di un disturbo a livello della percezione. Difatti, tale fenomeno è stato battezzato anche come “dismorfia da Snapchat” e rientra in quello che il DSM-5 definisce come “dismorfismo corporeo”: un disturbo percettivo legato a caratteristiche fisiche, talvolta impercettibili o addirittura assenti.

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Carolina D’Elia

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