2020 e surriscaldamento climatico: Ottobre il mese più caldo registrato

Nonostante l’arresto mondiale per emergenza coronavirus la salute della Terra non è riuscita a risollevarsi. Ottobre 2020 è stato etichettato come il mese più caldo mai registrato. Vediamo perché.

Ghiacciai
(Getty Images)

La Nasa ha recentemente pubblicato le analisi sulle temperature mondiali del mese di Ottobre e il risultato è un pianeta in pieno surriscaldamento globale. Il 2020 è l’anno che sfiora il record termometrico registrato nel 2016: un anno così caldo non si registrava dal 1880. Se quattro anni fa l’innalzamento della temperatura è stato esito di El Niño, nel Pacifico Tropicale; il 2020 mostra un’oscillazione opposta, la Niña: avrebbe dovuto essere uno tra gli anni più freddi di questo decennio. Tutt’al contrario: il surriscaldamento globale è alle porte e di questo passo la temperatura della terra salirà di 4 gradi in 50 anni.

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Effetto Serra e le massicce emissioni di C02

Grafico
Grafico (Fonte Le Monde)

Inoltre, l’intensificarsi dell’effetto serra causato dalle nostre massicce emissioni di CO2, in particolare quelle legate a combustibili fossili, carbone, petrolio e gas sta stravolgendo la variabilità naturale del clima. In aggiunta, la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la COP26, è stata rinviata al 2021 a causa dell’urgenza Covid. L’arresto delle principali attività e la distanza sociale non ha favorito la stabilità climatica: il disastro ambientale è inevitabile e il problema planetario non è più rinviabile. Come si può notare dal grafico le temperature nell’Artide sono salite a 10°. Tale innalzamento ha stupito persino la stessa Nasa, i quali grafici hanno dovuto aggiungere un nuovo colore ad hoc, il rosa, per rappresentare l’innalzamento delle temperature oltre i 6°, di per sé già elevate. Viceversa, notevole è l’abbassamento delle temperature in America del Nord e in alcune parti dell’Antartide. Da notare anche il colore blu nella zona del Pacifico Equatoriale, zona in cui la Niña sta diminuendo temporaneamente la media planetaria.

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Grafico
Grafico ( Fonte le Monde)

Nel grafico di sinistra l’Oceano Pacifico, nella sua regione equatoriale e tropicale, sta registrando chiaramente la Niña (in colore blu) nella sua tipica oscillazione ENSO (dall’inglese El Niño southern oscillation); mentre i venti insistono sulle acque calde verso l’Indonesia e raffreddano anche le coste andine. Risultato? Piogge torrenziali, caldo ed siccità verso ovest. Se il Niño registrato tra il 2015 e il 2016 spiega il picco di temperatura, la Niña in corso, più le emissioni dei gas serra delle nostre industrie, non impedirà di sicuro il surriscaldamento globale.

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Fonte Le Monde
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