Le terapie intensive in Italia non sarebbero sotto pressione: lo dichiara il commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri.
In Italia, almeno per le terapie intensive, non ci sarebbero problemi di sovraffollamento: lo dichiara Domenico Arcuri, il commissario per l’Emergenza. Questi sottolinea anzi la capacità del Paese di aver saputo reagire positivamente alle emergenze.
Il commissario, intervenuto nel Finance Community Week, ha spiegato che a marzo c’erano in totale 5.179 posti letto di terapia intensiva e che, nel “picco dell’emergenza”, invece, ci si è trovati costretti ad accogliere circa 2000 pazienti in più rispetto alla capacità di contenimento.
Oggi invece la situazione sarebbe radicalmente cambiata poiché le terapie intensive sono passate a 10.000, con la prospettiva di raggiungerne 11.300 nel prossimo mese. Attualmente i ricoveri in terapia intensiva ammonterebbero a 3.400; quindi, al momento, la situazione è assolutamente gestibile.
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Arcuri: in Italia non c’è pressione nelle terapie intensive
Il commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri, interviene nel Finance Community Week spiegando come l’Italia, rispetto all’ondata epidemiologica iniziale di marzo, abbia risposto all’emergenza con una buona capacità di riuscita.
Oggi, infatti, i ricoveri in terapia intensiva ammonterebbero a 3.400 su una disponibilità di circa 10.000 reparti. A ciò occorre aggiungere anche le apparecchiature di cui sono fornite: solo negli ultimi dieci giorni ne sono state fornite in ragione del 10% di quelle rese disponibili negli ultimi 60 anni.
Tutto ciò rende chiaro il quadro attualmente disponibile: se, fino a pochi mesi fa, la fornitura di apparecchiature per i reparti di terapia intensive era limitata, oggi la produzione è più che raddoppiata. Stessa situazione anche per quanto riguarda la produzione di dispositivi di protezione individuale; attualmente, in Italia si producono circa 30 milioni di mascherine ogni giorno.
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