Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità pugliese ed epidemiologo risponde a tutte le domande sull’attuale situazione dell’emergenza da coronavirus durante la trasmissione Un giorno da Pecora, su Rai Radio1.
“Ci sarebbe stata comunque una seconda ondata. Questo virus continua a circolare in maniera completamente nascosta, ormai è un virus endemico, non si sarebbe eliminato” così dichiara l’assessore alla Sanità pugliese ed epidemiologo Pier Luigi Lopalco a Rai Radio1, durante la trasmissione Un Giorno da Pecora, condotta da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.
Dall’inizio della seconda ondata sono infatti molte le domande che i cittadini e il governo si pongono rispetto a cosa è stato sbagliato nella gestione dell’epidemia da Coronavirus, soprattutto rispetto alla scelta di aver interrotto il lockdown durante l’estate.
Le sue parole, tuttavia spaventano: “Il virus non andrà più via”.
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ABITUARSI AL COVID COME UN’INFLUENZA STAGIONALE
Ecco tutte le domande che sono state poste all’epidemiologo e le sue risposte nello specifico:
- Quindi solo il vaccino potrà cambiare le nostre vite? “Il vaccino potrà cambiare il nostro modo di vivere, mettendo in sicurezza le persone più fragili potremo vivere più tranquillamente. E poi quando arriveranno una terza o una quarta ondata saranno sempre più lievi”.
- Quante ondate ci attendono ancora? “Non voglio spaventare nessuno, ma l’influenza, per dire, fa un’ondata all’anno. Probabilmente sarà così anche per il coronavirus. Diventerà una malattia stagionale autunno-invernale”.
- Cosa ne pensa dei test rapidi proposti dal governatore del Veneto Luca Zaia? “Vediamo come funzionano, se sono buoni possono essere una bella svolta, per carità”.
- Se la Puglia deve rimanere arancione o diventare rossa? “Se ci atteniamo ai 21 indicatori, noi siamo arancioni. Stiamo facendo uno sforzo per ripulire i dati affinché siano più chiari e trasparenti possibili. Gli operatori sono stanchi, stressati, stanno lavorando da tanto tempo sotto stress. Quindi qualunque iniziativa che possa allentare la morsa sugli ospedali e sul sistema territoriale è benvenuta”.
- Com’è l’RT della sua regione? “Ora siamo al di sotto dell’1,5, mi pare a 1,44. E’ un RT da zona arancione, l’RT della Puglia è comunque stabile”.
- Secondo alcuni viste le difficoltà di tracciamento l’RT potrebbe non esser proprio un dato chiaro. “Se il tracciamento non funziona, nel momento in cui si arriva alla saturazione del sistema, non si fanno più tamponi e quindi l’RT si blocca. Per fare un esempio: in una stagione influenzale che il picco influenzale si manifesta con RT di 1,2. Noi siamo all’1,4 con una malattia che provoca polmonite”.
- Lei ha detto di esser un po’ sconcertato dall’ottimismo che, a volte, sembra si respiri in questo periodo. “Parlare di come si passerà il Natale mi sembra eccessivo, mi fa specie. Bisognerebbe concentrarci ora e dire alla gente: state buoni a casa adesso così magari tra 14 giorni negli ospedali si potrà iniziare a respirare”.
- Secondo lei sarebbe il caso di far diventare zona rossa la Puglia? “Il sistema regge per ora e gli indicato ci danno questi numeri. Tenete presente che ogni decisione poi va presa di concerto col governo”.
- Quindi lei ora si sente tranquillo a stare in zona arancione, e non sarebbe più sereno in una zona rossa. “Diciamo che è una discussione in atto, si tratta di valutazioni da fare”.
- Tra chi? “Gli attori in questo campo sono tanti, ci sono le associazioni, le categorie. Gli interessi tantissimi, e tutti sono parimenti importanti. Vogliamo parlare dell’interesse di scuola, sanità etc.?”
- Com’è la situazione delle scuole in Puglia? “Tanto per capirci, fosse stato per me le scuole non le avrei aperte”.
- Già a settembre? “Esatto”.
- E’ stato un errore aprirle? “Non parlo di errori questa è una mia personale opinione. Io avrei tenuto chiuso le scuole un altro po’ e magari le avrei tenuto aperte a luglio e agosto”.
Pier Luigi Lopalco, contrario a facili ottimismi, intima i cittadini di frenare ogni entusiasmo: la lotta al virus è ancora lunga e solo se si porteranno avanti azioni mirate sarà possibile ritornare a vivere una nuova normalità.
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