Suburra, la serie tv italiana distribuita da Netflix, è giunta alla stagione conclusiva: tutte le spiegazioni sul finale
Dopo averci tenuto compagnia per 3 anni, anche “Suburra – La serie” è giunta alla sua stagione conclusiva. Il prodotto, ispirato all’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, è la prima serie italiana distribuita da Netflix. Gli episodi sono tra loro collegati attraverso un unico filo conduttore: Roma, la città eterna di cui tutti vogliono diventare “Re”.
Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara, interpreti rispettivamente di Aureliano e Spadino, sono stati i veri protagonisti della terza stagione, che ha concluso il proprio percorso raccontando tutto ciò che c’era da raccontare. La vicenda – incentrata sulla Chiesa, la politica, la corruzione e la “Mafia Capitale” – ha avuto il suo controverso ma significativo finale.
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La terza stagione di Suburra ha, fin dal primo trailer, avvertito gli spettatori di quello che sarebbe accaduto: “Solo Roma è eterna“. Questo è quanto rivelavano le anticipazioni, ancora prima che Netflix rendesse disponibili gli episodi. Ed il finale lo ha dimostrato, chiudendo il cerchio attraverso la morte del personaggio chiave di questa serie: Aureliano Adami.
Nella sparatoria che interessa l’ultimo episodio, Aureliano rinuncia al potere su Roma per correre in soccorso dell’amico Spadino. Proprio per questo motivo, sia Alessandro Borghi che Giacomo Ferrara hanno definito Suburra 3 una “storia d’amore“: è la dimostrazione che, a dispetto di un mondo in cui regna la violenza e l’egoismo, l’amicizia rimane ancora un valore saldo per i protagonisti.
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Ed è proprio sulle note dell’amicizia che si conclude la serie. Spadino, addolorato per la perdita dell’amico, gli dà il suo addio gettandone il corpo in mare – proprio come Aureliano avrebbe voluto. Per lui, abbandonata ogni pretesa nei riguardi di Roma, arriva il momento di voltare pagina, e di lasciarsi alle spalle il passato.
Un finale dolce e amaro allo stesso tempo, quello di Suburra 3, che ci ha fatto capire come, giunti a determinati livelli, ogni persona è sacrificabile: di fronte al Male, in altre parole, non si può sperare di cavarsela. Tuttavia, il legame fra Aureliano e Spadino rimane il vero e proprio testamento della serie: anche i sentimenti sono possibili, ed hanno in ogni caso la meglio, pur dovendo sopravvivere ad un clima di violenza e di orrore.
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