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Covid 19

Bollettino del 18 novembre: 753 nuovi decessi nelle ultime 24 ore

Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi, mercoledì 18 novembre, ha comunicato i dati dell’epidemia da coronavirus in Italia tramite bollettino.

(Ministero della Salute)

Pubblicato dal Ministero della Salute il nuovo bollettino sull’epidemia da Covid-19 in Italia. Stando a quest’ultimo, i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza sono saliti a 1.272.352 con un incremento di 34.282 unità rispetto a ieri. In aumento anche gli attualmente positivi che ammontano a 743.168 (+9.358), così come i pazienti ricoverati in terapia intensiva, ad oggi 3.670 in totale e 58 in più di ieri. I guariti salgono a 481.967 con un incremento da ieri di 24.169 unità. Nelle ultime 24 ore, purtroppo, si sono registrati 753 decessi che hanno portato il bilancio complessivo delle vittime a 47.217.

La Regione Friuli Venezia Giulia, si legge nelle note, ha comunicato che nei dati odierni sono inclusi 54 casi positivi censiti dal 28 ottobre al 12 novembre. L’Emilia Romagna ha eliminato 2 casi in quanto giudicati non casi Covid-19. Infine la Calabria ha segnalato che il numero dei tamponi di oggi comprende tamponi eseguiti nei giorni precedenti e processati fuori regione.

Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di martedì 17 novembre

(Getty Images)

Stando alla tabella sanitaria di ieri del Ministero della Salute, i casi di contagio da Covid-19 erano saliti a 1.238.072. Di questi erano attualmente positivi 733.810 soggetti. In salita ancora anche i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 3.612 in totale. I guariti dall’inizio dell’emergenza in Italia ammontavano a 457.798. Nelle ultime 24 ore, purtroppo, si erano registrati 731 decessi che portavano il bilancio complessivo delle vittime a 46.464.

PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Bollettino del 17 novembre: oltre 32mila nuovi casi di contagio

Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di lunedì 16 novembre

Il Ministero della Salute nella giornata di lunedì ha comunicato i casi di contagio erano saliti a 1.205.881. In aumento anche i soggetti attualmente positivi che ammontavano a 717.784, così come i pazienti ricoverati in terapia intensiva, ieri 3.492 in totale. Il numero delle persone guarite era giunto a 442.364. Il bilancio complessivo delle vittime dall’inizio dell’emergenza saliva a 45.733.

La Regione Abruzzo, si leggeva nelle note, comunicava che dal totale dei positivi era stato eliminato 1 caso, in quanto non paziente Covid. Anche l’Emilia Romagna, per la stessa ragione, eliminava 1 caso.

PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Bollettino del 16 novembre: oltre 21mila nuovi guariti

Pandemia, il virus attaccherebbe anche l’intestino: le parole dell’esperto

L’intestino è la sede del nostro sistema immunitario. Ci sono soggetti che, dopo due o tre mesi dall’essere completamente guarite dal Covid-19, continuano a manifestare disturbi gastrointestinali sviluppando una specie di intestino irritabile“. Queste le dichiarazioni del professor Antonio Gasbarrini che ha spiegato come il coronavirus, in un caso su tre, possa intaccare anche l’intestino e non solo i polmoni, rimanendo al suo interno per altre circa 12-13 settimane dopo l’infezione. Il direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Gaestroenterologia al Policlinico Gemelli di Roma, riporta Il Messaggero, ha poi proseguito spiegando che tali disturbi non sono gravi, ma persistenti e l’intestino avrebbe, dunque, bisogno di un po’ di tempo per riprendersi. “I pazienti sono più fragili per via della paura, noi medici dobbiamo stargli vicino senza mai trascurare l’aspetto emotivo che in questa patologia conta molto

Per prevenire tali manifestazioni, afferma Gasbarrini, un aiuto potrebbe arrivare da una corretta alimentazione. Il virus quando giunge all’intestino va a danneggiare sia il microbiota sia la barriera intestinale, ovvero dove arrivano glia alimenti che ingeriamo.

PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Pandemia, il virus attaccherebbe anche l’intestino: le parole dell’esperto

Massimo Galli: “Le terapie intensive si svuotano più per i morti che per le dimissioni”

Purtroppo vedremo altri decessi perché le infezioni sono in cammino e producono anche questo. Siamo vicini alla soglia dei 4000 pazienti in terapia intensiva: se questi reparti si svuotano, hanno un ricambio più con i morti che con le dimissioni“. Queste le parole di Massimo Galli, direttore di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, questa mattina ad Agorà che ha commentato il dato registratosi ieri in merito alle vittime. Stando al bollettino del Ministero della Salute, nella giornata di ieri si sono registrate 731 nuovi decessi, un dato mai così alto dai primi giorni di aprile.

Per quanto riguarda gli altri indicatori, secondo l’esperto, pare che si stia raggiungendo il cosiddetto plateau. Si cominciano ad intravedere, dunque, i primi risultati delle nuove restrizioni stabilite dal Governo grazie anche alla capacità della popolazione di mettersi in sicurezza autonomamente.

In relazione al dibattito sul sistema delle zone rosse e della divisione del Paese in tre zone, Galli afferma: “Posso capire che la politica in tutta Italia abbia bisogno di far passare un messaggio rassicurante ed utile al singolo politico locale, ma non si ottengono risultati con qualche sconto anticipato. Adesso è il momento di stringere i denti“.

PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Massimo Galli: “Le terapie intensive si svuotano più per i morti che per le dimissioni”


La complessità di questo meccanismo, spiega il direttore di malattie infettive dell’ospedale, è stata concepita dal Comitato Tecnico scientifico per cercare di dare il massimo delle garanzie e dell’efficacia. “Le regioni –prosegue- sono aree vaste, forse bisognerebbe ragionare su problematiche diverse all’interno del contesto delle stesse regioni“.

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