Gli esperti dell’Università di Parma, attraverso uno studio, hanno evidenziato come la pandemia da Covid-19 ed il lockdown abbiano influito sul sonno degli italiani.
Uno studio condotto dall’Università di Parma ha dimostrato come il lockdown abbia cambiato le abitudini degli italiani. Le misure imposte dal Governo durante la prima fase dell’epidemia da Covid-19 avrebbero influito sul sonno della popolazione che adesso si sveglierebbe prima o più tardi e dormirebbe di più rispetto al solito. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Psychology.
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Il lockdown imposto dal Governo per limitare la diffusione del contagio durante la prima ondata dell’epidemia da Covid-19 ha cambiato il sonno di molti italiani. A dimostrarlo uno studio condotto dall’Università di Parma e pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology. L’analisi, coordinata dal professor Christian Franceschini, docente di Teorie e tecniche di psicologia clinica al Dipartimento di Medicina e Chirurgia, è stato svolto all’interno del Progetto “Resilience and the COVID-19: How to react to perceived stress. Effects on sleep quality and diurnal behavior / thoughts“.
Gli esperti hanno analizzato un campione di più di 6mila soggetti, di età compresa tra i 18 e gli 82 anni, che hanno compilato dei questionari sulla qualità del sonno e i livelli di stress dopo l’introduzione delle misure restrittive. Dai dati è emerso che più della metà del campione, come riporta l’Agi, il 55,3%, ha subito una riduzione della qualità del sonno ed una sostanziale modifica delle proprie abitudini. Questa porzione del campione ha spiegato di andare a letto prima o dopo rispetto al solito e dormirebbero di più durante il giorno. La relazione è bidirezionale con i livelli di stress che sono aumentati andando ad incidere sulla qualità del sonno. Circa un terzo delle persone hanno mostrato livelli di ansia, stress e depressione compresi nel range tra moderati e severi.
A loro volta, stando a quanto riporta l’Agi, le variazioni del sonno hanno contribuito ad un peggioramento del benessere mentale del soggetto stesso. È emerso, inoltre, che a contribuire sono stati altri fattori come l’essere domiciliati nel Centro Italia, circostanza che potrebbe essere ricollegabile al fatto che la popolazioni di queste zone abbiano una maggiore vulnerabilità psicologica, dopo il terremoto de L’Aquila. Infine, è stato evidenziato come le donne siano più esposte a disturbi del sonno rispetto agli uomini.
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L’analisi condotta dall’università emiliana, riporta Agi, ha sottolineato, dunque, come le restrizioni e la pandemia possano aver influito anche psicologicamente sugli italiani e non solo economicamente.
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