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Categories: Covid 19

Crisanti: il virologo rinuncerebbe al vaccino di gennaio

Il virologo Andrea Crisanti si esprime a proposito del vaccino di gennaio spiegando il perché vi rinuncerebbe 

(Getty Images)

Andrea Crisanti chiarisce perché non farebbe il vaccino anti Covid19 a gennaio, qualora arrivasse. Si tratterebbe infatti di sottoporsi ad una sorta di “scorciatoia” cui l’infettivologo negherebbe il consenso.

In una condizione normale la fase di sperimentazione e di produzione di un vaccino – spiega Crisanti – va dai 5 agli 8 anni. Nel caso del vaccino contro il coronavirus ne sarebbe trascorso decisamente meno poiché, godendo di finanziamenti, le tre fasi previste normalmente sarebbero state condotte insieme anziché separatamente.

Tale situazione comporterebbe, secondo Crisanti, la possibilità di un accumulo delle problematiche legate singolarmente a ciascuna fase; quindi, della inaffidabilità circa l’efficacia e la sicurezza che sarebbero garantite solo da una opportuna sperimentazione.

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Crisanti: contrario al vaccino di gennaio

(Getty Images)

Sarebbe contrario l’infettivologo Crisanti al vaccino di gennaio: quest’ultimo, infatti, non ha seguito le normali tempistiche cui, normalmente, un vaccino viene sottoposto prima di poter essere somministrato; ciò, a suo parere, ne potrebbe aver compromesso l’efficacia e la sicurezza.

Si esprime, poi, anche in merito alla gestione di tamponi e strutture sanitarie; in particolare, sulla possibilità di creare una “rete di laboratori” in grado di effettuare più tamponi possibili, oltre che assicurare questi ultimi lì dove ve ne sia comprovata necessità.

(Getty Images)

Quanto alle strutture sanitarie, si tratterebbe di spezzare il rapporto che le Regioni hanno con loro: un rapporto di dipendenza definito “una delle storture del sistema sanitario nazionale”; infine, di imporre alle strutture private la presenza di un pronto soccorso e delle sale rianimazioni per evitare che, in caso di necessità, il paziente debba trasferirsi in una struttura pubblica.

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