Michael J. Fox. Il Marty McFly della saga di Ritorno al Futuro annuncia il suo ritiro definitivo dalle scene tramite un libro, raccolta delle sue memorie
Lo ricordiamo tutti per il suo ruolo più iconico di Marty McFly in Ritorno al Futuro. Un adolescente degli anni ’80 che, a bordo di una Delorean inventata da Doc Brown, saltella in viaggio nel tempo in balia di straordinarie avventure.
Michael J. Fox era già all’apice del successo quando uscì il primo capitolo della saga. Star della sitcom Casa Keaton, venne scelto per interpretare il protagonista del film di fantascienza più famoso di tutti i tempi, proprio per la sua carriera già lanciatissima. E’ stato il simpatico licantropo nel film Voglia di vincere, l’ambizioso giovane ne Il segreto del mio successo, il protagonista della delicata pellicola Le mille luci di New York.
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E’ inutile però nascondere che la fama planetaria è arrivata con la trilogia firmata da Robert Zemeckis. La scena in cui impugna la chitarra e si mette a sgambettare come un folle sulle note di Johnny Be Good rimarrà per sempre una delle più vivide e sentite nella storia della cinematografia mondiale.
All’età di 30 anni, precisamente nel 1991, mentre gira il film Doc Hollywood – Dottore in carriera, gli fu diagnosticata una forma di Morbo Parkinson giovanile. La notizia venne resa pubblica solo anni più tardi, nel 1998. Questo lo portò ad un primo stop lavorativo nei primi anni 2000, rinunciò al ruolo di protagonista in Spin City. Tuttavia, divenne un fervente attivista nella lotta in prima fila per la ricerca sperimentale sulle cellule staminali.
Non è rimasto a lungo fuori dalle scene. E’ stato diretto da Peter Jackson (stesso resista de Il signore degli anelli) nel film Sospesi nel tempo; ha lavorato più volte come doppiatore in film d’animazione, ha recitato nelle popolarissime serie tv “Scrubs”, “Rescue Me”, “The Good Wife” e “Curb Your Enthusiasm”.
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Adesso arriva una notizia che lascia spiazziati tutti i suoi fan sparsi per il globo. Nel suo quarto libro di memorie, “No Time Like the Future: An Optimist Considers Mortality”, ha scritto: “Se questo segnerà la fine della mia carriera, così sia”. Il morbo di Parkinson causa a Michael J. Fox problemi nel pronunciare le parole. Prosegue: “Una giornata di lavoro di 12 ore, memorizzare sette pagine di dialogo sono ormai alle mie spalle, almeno per ora”. L’attore chiama questo periodo la sua seconda pensione. Lascia aperto uno spiraglio, dichiarando che nella vita tutto possa cambiare all’improvviso. Lo speriamo vivamente.
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