I governatori delle regioni si oppongono all’esecutivo che non sembra intenzionato a far partire la stagione sciistica.
L’esecutivo non sembra intenzionato a far partire la stagione sciistica quest’anno. Il danno sanitario che si creerebbe sarebbe troppo grande secondo chi sta a capo. I governatori delle regioni si oppongono. Al contrario, loro, non sembrano disposti a rinunciare all’economia della montagna e si dicono pronti a tenere gli impianti aperti, seppur in sicurezza.
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Chiusura impianti sciistici, le opposizioni
Fra i più scagliati contro la chiusura degli impianti sciistici si posiziona il presidente del Veneto, Luca Zaia, che dice “Una stagione senza sci sarebbe un suicidio…Lo sci si pratica sulla cresta delle montagne…pensare di vedere che da altre parti si scia mentre noi siamo chiusi è difficilmente giustificabile”.
Anche il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, sostiene che non permettere la partenza della stagione sciistica causerebbe un danno irreversibile all’economia della montagna e di tutti i territori coinvolti. Perciò, sempre la Conferenza delle Regioni, avrebbe approvato delle linee guida per quanto riguarda la risalita dagli impianti. Un documento che è stato mandato al governo per convincerlo a concedergli la possibilità di apertura in totale sicurezza.
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L’appello quindi che vuole arrivare ai vertici del governo, chiede al Premier Conte di rivedere le sue decisioni. La chiusura degli impianti sciistici non determina solamente la chiusura della seggiovia. A pagarne le conseguenze sarebbero anche i maestri di sci, i negozi di noleggio, gli hotel, i proprietari di case in affitto, le aziende di trasporto e potremmo andare avanti ancora molto.
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