Forse si cela una storia di vendetta dietro ciò che è successo alla coppia di vigili a Roma sorpresi mentre consumavano un rapporto in auto
I fatti risalgono ad agosto scorso. I due vigili della municipale erano in servizio durante il turno notturno davanti al campo rom di Tor di Quinto a Roma, hanno iniziato a fare sesso nell’auto di servizio dimenticando però la radio accesa. L’audio è stato registrato in centrale e consegnato direttamente sulla scrivania del comandante generale della polizia municipale della Capitale, Stefano Napoli.
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Questo quanto fatto emergere inizialmente dalla stampa. Sulla vicenda è stata aperta un’indagine che però è rimasta all’oscuro finora. La donna è sui 40 anni, l’uomo poco più grande ma entrambi in forze al XV gruppo (zona Cassia), ora sono stati trasferiti in altri reparti.
Ci sono molte cose che però non tornano in questa vicenda, aspetti da chiarire su quel turno e sul fatto che la radio fosse accesa. Ieri a pubblicare la storia è stato il quotidiano Leggo, che così facendo ha costretto il comando generale del Corpo della polizia municipale a confermare l’esistenza di un’indagine interna che si prolunga da mesi e che non sembra avere nessun epilogo.
L’ombra della vendetta dietro la registrazione
Secondo quanto riportano i giornali locali stamane dietro la registrazione potrebbe sussistere l’ombra di una vendetta a carico della donna. Lei infatti è parte offesa in un procedimento per violenza sessuale da parte di un altro agente sindacalista risalente a qualche anno fa.
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Esiste quindi il sospetto che la diffusione dell’audio possa essere un modo per fargliela pagare per il torto subito. Questa precisazione arriva perché sembra che la radio di servizio per essere attivata abbia bisogno di un codice che ogni volta deve essere inserito manualmente e non è plausibile che i due abbiano intenzionalmente fatto questo.
I due quindi potrebbero essere stati registrati da qualcuno che poi ha diffuso l’audio che non è mai arrivato alle orecchie degli altri colleghi. Repubblica infatti spiega che due copie dei file sono stati recapitate al comando, ma “nessuno dei colleghi in turno quella notte ha sentito nulla di strano”.
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