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Interviste

10 domande a Lucilla Agosti: dal teatro, alla televisione fino alla radio

La nostra interista a Lucilla Agosti, artista poliedrica che nel corso della sua carriera non si è posta mai dei limiti. Tutto su di lei

Lucilla Agosti (GettyImages)

Abbiamo posto le nostre 10 domande a Lucilla Agosti, artista ecclettica e piena di idee. L’abbiamo raggiunta al telefono e con le abbiamo fatto una bella chiacchierata nella quale ci ha raccontato molte cose della sua lunga carriera.

Dal teatro, sua primissima passione, al cinema, alla televisione fino alla radio. Gioiosa e con una grande voglia di fare e sperimentare ancora, dopo 20 anni di carriera, ci anticipato che l’aspetta un nuovo grande progetto.

Lucilla, spesso dici che ti definisci una scatola di fiammiferi, se ne accende uno ed esplode tutto! Con questa metafora cosa vuoi raccontare di te? Svelaci qualcosa..

È proprio così, parla della mia fatica a gestire l’irruenza e a buttare d’istinto tutto, nel senso che ridona proprio l’immagine di una piccola fiammella che si accende e poi di conseguenza boom, boom, boom, vengono fuori tutte le altre. È la mia natura, son fatta così, però è anche vero che poco per volta sono riuscita a modificare questo mio modo di essere che non sempre riesce poi a far arrivare il mio contenuto nel modo corretto. Ho imparato a mie spese che il mio modo potente di esprimere i miei sentimenti, anche se è correttissimo quello che sento, se lo esprimo male o in modo troppo forte non riesce ad arrivare agli altri.

Hai imparato che in alcune situazioni bisogna contenersi?

Sì, il contenimento però mi spaventa. Credo che la strada giusta sia arrivare a non provare quella rabbia così forte che ti fa perdere il controllo di quello che vuoi fare e vuoi dire. Tante volte nel mio modo di essere un po’ estremo è accaduto.

Oggi tra le varie cose sei una Radio 101 con un programma tutto tuo. Come è stato approdare alla radio? L’impatto di essere ascoltata da tanti ma fondamentalmente non avere davanti nessuno?

La prima volta che mi sono avvicinata alla radio è stato 13 anni fa con Radio Montecarlo e sono ritornata dopo una pausa di due anni. In realtà per me ha la bellezza sconvolgente di poter restituire esattamente come sei e con un’attinenza al quotidiano che non ti restituisce nient’altro. C’è moltissima libertà in radio e per come sono fatta io che sono un po’ un animaletto che ha bisogno di sentirsi libera, poter avere il microfono e poter parlare in quel momento di quello che sono e sento è molto bello. È vero che c’è un pubblico diverso da quello del teatro ma è molto recettivo, di fedelissimi ma anche di nuovi che tu devi cercare di tenerti. È uno stimolo continuo, c’è un feedback costante delle persone che vogliono comunicare con te e ti danno un rimando di quello che percepiscono di te. Ecco perché la trovo stimolante la radio.

Un bel cambiamento rispetto a quando sei partita dal teatro vero? Sei soddisfatta?

Assolutamente, certo. Io non escludo niente per natura. Grazie al cielo la vita ci sorprende e possiamo cambiare, di vedere le cose, gusti, lavoro, senza mai abbandonare il passato ma integrandolo. Quindi nessun mi vieta, ed è quello che voglio fare, di poter fare altro e di mischiare le mie esigenze artistiche. E questa è la grande libertà che secondo me ognuno di noi dovrebbe tenere in considerazione. Non mettiamoci per primi le catene, lasciamoci liberi.

Raccontaci i tuoi esordi, come sono stati? Quando hai capito che il mondo dello spettacolo sarebbe stata la tua strada?

Io ho iniziato molto presto a fare teatro, avevo 15 anni ed ero a scuola. Prima di quel momento pensavo di voler fare il medico come mio padre. Quando ho fatto la prima recita di fine anno di teatro a scuola ho capito che quella sarebbe stata la mia strada e che non avrei mai più voluto lasciare il palco. L’emozione di essere lì, sul palco, e di lavorare con i miei compagni ad uno spettacolo e la realizzazione di qualcosa che si può fare soltanto insieme ascoltandosi, rispettandosi, con il pubblico davanti. Ho capito davvero che quella roba lì non potevo togliermela e quindi poi sono andata avanti perseverando. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori intelligenti che mi hanno lasciato libera di fare quello che volevo.

E oggi come ti vedi rispetto a quando hai iniziato?

Son passati più di 20 anni, sono completamente un’altra persona, grazie a Dio mi viene da dire, perché se in 20 anni non fossi cambiata ci sarebbero dei problemi. Ho cambiato tante cose, la vita mi ha cambiato, ho avuto tante esperienze come è normale che sia anche in maniera non solo con il sorriso. In questi ultimi anni forse ho recuperato una parte mia che avevo più da ragazzina ed è come se fossi ritornata ad avere un legame forte con quella che è la mia natura, cosa che forse per un periodo avevo messo un po’ da parte. Mi rendo conto che il mio modo di essere è un po’ scomodo, sono molto chiara e lotto molto per le cose che voglio e per quello che è il mio ideale di giustizia. Per cui questa cosa non sempre è facile per le persone che mi stanno intorno, per cui ci sono stati degli anni in cui ho messo a dormire una parte di me ma adesso mi rendo conto che a 40 anni si è risvegliata e averla recuperata è molto bello. Sono sicuramente più consapevole di quello che sono sotto tanti aspetti ma anche sotto i miei difetti. Però sono anche consapevole di avere dei pregi che sono preziosi.

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Rifaresti tutto quello che hai fatto?

Rifarei tutto, non vorrei mai cambiare quello che ho fatto. Anche le cose sbagliate dovevano andare così probabilmente anche le sofferenze che ho avuto. Trovo che sia sbagliato pensare di voler cambiare qualcosa dalla propria vita. Va bene così com’è anche con gli errori che ho fatto, se ho fatto male a qualcuno in passato.. capita a tutti nella vita no? Basta far pace con le proprie armi e le proprie vite.

Tanta conduzione per te, anche al fianco di Elio e le storie tese. Come è stato lavorare con degli artisti così poliedrici come loro?

Io con loro mi sono sentite come se facessi parte del loro gruppo. Mi hanno fatto sentire a casa, c’è un’amicizia che mi lega a Rocco Tanica, un grande rispetto e una stima con tutti gli Eli, per cui il fatto che loro mi avessero voluto al loro fianco per me era una grande sicurezza perché mi sono detta dentro di me non posso aver paura perché loro mi hanno chiamato per quella che sono quindi basta che io sia fedele a quella che sono e le cose andranno bene. Con una grande incoscienza e una grande leggerezza io mi sono affidata a questo pensiero basico per andare avanti. Loro hanno un loro modo unico di provare, anche musicalmente, usando la bocca. Io mi ricordo che prima di andare in scena loro ripassavano le note della sigla iniziale, non avendo gli strumenti lì con loro perché erano già montati sul palco, li ripassavano proprio facendo i versi con la bocca. Ed era straordinario vedere come fosse un’orchestra straordinaria e avesse un loro linguaggio unico. È stato un grande insegnamento.

E tra le fiction, una delle più amate di sempre, Distretto di Polizia. Che ricordi hai del “X Tuscolano” e di Barbara Rostagno?

È stato un onore partecipare. Per me sono stati anni importanti a livello personale perché il primo anno sono rimasta incinta della mia prima figlia e ho fatto la fine della prima serie con lei in pancia e poi quando ho ricominciato con la seconda lei era nata da tre settimane. Quindi per me il momento di Distretto di Polizia e la vita a Roma hanno rappresentato non solo un passo significativo nell’avvicinarmi a quello per cui io avevo studiato, la recitazione, ma è stato anche un periodo importante per quello che è stata la costruzione della mia famiglia. È stato un gruppo di lavoro straordinario, condividere 12 ore di lavoro insieme, ti porta a conoscere le persone in maniera quotidiana e questo ti restituisce un legame molto forte. Io tutt’ora mi sento con alcune persone di Distretto di Polizia. C’è un’amicizia molto grande con Mariasole Mansutti. Anche soltanto per questa amicizia sono grata a Distretto perché è una delle più grandi amiche che ho.

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Lucilla Agosti (GettyImages)

E per il futuro cosa ti aspetta? C’è qualche altra forma di spettacolo che vorresti sperimentare?

Chi lo sa’.. la scrittura mi ha sempre affascinato. È una forma d’arte, di esternazione di un mondo interiore. C’è un progetto che mi sta molto a cuore ma adesso è prematuro parlarne, bisogna aspettare un pochettino, quando si potrà ve ne parlerò. C’è roba che bolle in pentola ed è una cosa molto grande a cui tengo tantissimo.

FRANCESCA BLOISE 

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