Si riapre l’indagine su Sissy Trovato Mazza, agente di polizia penitenziaria, su richiesta dei legali della famiglia: potrebbe non esser stato un suicidio
I legali della famiglia Trovato Mazza hanno richiesto la riapertura delle indagini sulla morte di Sissy, agente di polizia penitenziaria scomparsa nel 2016. Il caso era stato inizialmente archiviato come suicidio. Diverse le piste proposte dagli avvocati della sorella e del padre della vittima: una su tutte, la possibilità che Sissy, al momento della sparatoria, non si trovasse da sola. Nuovi elementi fanno presupporre la presenza di due persone insieme a lei, che potrebbero aver contribuito alla sua morte.
Le indagini, dunque, si riaprono a partire dall’ipotesi di un’aggressione.
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Riaperta l’indagine su Sissy: con lei due persone al momento del decesso
I legali di Patrizia Trovato Mazza, sorella di Sissy, e del padre di lei, hanno proposto al giudice diverse piste da vagliare. L’indagine sull’agente di polizia penitenziaria è stata riaperta. Non senza, tuttavia, polemiche da parte della stessa Patrizia. “Mi meraviglio che, con le possibilità che offrono oggi le metodologie scientifiche, ci stiamo ancora domandando se si sia trattato di omicidio o di un gesto volontario” – ha dichiarato la donna.
La prima di queste piste riguarda la possibile presenza di due persone nell’ascensore in cui partì il colpo. Questo a fronte di un esame condotto dai RIS, il quale ha rilevato l’assenza di macchie di sangue in alcuni punti delle pareti dell’ascensore. Queste lacune, secondo gli esperti, si potrebbero spiegare con la presenza di altri corpi, oltre a quello di Sissy.
Altra pista riguarda una serie di contatti telefonici che il cellulare dell’agente aveva registrato al momento della morte, i quali potrebbero dimostrare la posizione del telefonino. Questo è utile per comprendere se ci sia stato uno spostamento dell’oggetto, col fine di inquinare le prove.
In ultimo, sono emerse di recente delle dichiarazioni da parte di una ex detenuta, la quale avrebbe fatto i nomi dei possibili aggressori dell’agente penitenziaria. La testimonianza, tuttavia resta da vagliare, in quanto si tratta di supposizioni legate alla conoscenza dell’ambiente lavorativo in cui operava Sissy.
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Il giudice avrà a disposizione 3 mesi di tempo per esaminare tutte le ipotesi avanzate dai legali. Solo a quel punto, stabilirà se il caso è da archiviare come suicidio, o se saranno necessari approfondimenti e nuove indagini.
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