Una scelta infelice e irrispettosa che potrebbe costare caro al dipendente delle pompe funebri alle quali la famiglia di Diego Armando Maradona si è affidata
La morte della leggenda del calcio Diego Armando Maradona ha sconvolto il mondo intero. Milioni di persone negli ultimi giorni hanno voluto omaggiarlo e dedicargli l’ultimo saluto. La salma del calciatore si trova a Buenos Aires dove è stata seppellita nel cimitero privato di famiglia. Un episodio davvero sgradevole ha coinvolto però proprio l’agenzia di pompe funebri che si stava occupando di lui e che ha provocato lo sdegno di tutti. Alcuni impiegati hanno infatti deciso di scattarsi delle foto accanto alla salma e di pubblicarle sul web. L’avvocato Matias Morla ha dichiarato che non si fermerà finché tutti i responsabili pagheranno.
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Le parole di uno dei dipendenti: “Ho ricevuto tante minacce”
Uno dei responsabili è stato smascherato e licenziato dall’agenzia, si tratta di Claudio Fernandez che ha rilasciato un’intervista nel quale giustifica il suo gesto e racconta quanto gli stia costando caro. “Lo stavamo preparando prima di prenderlo e mio figlio, come ogni bambino, ha alzato il pollice e hanno scattato la foto”, afferma l’uomo. Ha successivamente dichiarato come lo scatto non fosse neanche presente sul suo telefono e che la scelta di pubblicarlo è stata presa da qualcun altro.
Fernandez racconta di aver lavorato in precedenza con la famiglia Maradona e di provare un grande rispetto per tutti loro. “Si vede dalla foto che ho solo alzato la testa perché mi hanno chiamato. È stato qualcosa di istantaneo”, si giustifica così nonostante ammetta di assumersi tutte le responsabilità.
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Un episodio simile ha acceso la rabbia e l’indignazione di tutti i fan di Maradona che, già profondamente colpiti dalla sua scomparsa, hanno reagito in maniera molto aggressiva. Anche fin troppa. “Ho ricevuto tante minacce, mi hanno detto che mi uccideranno e che distruggeranno il mio furgone” racconta Claudio Fernandez, che oltre a conseguenze legali ora si ritrova a dover fare i conti anche con la paura.
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