Fuga di salmoni da un allevamento, a rischio l’intero ecosistema: il motivo

In Tasmania si sarebbe registrato un gravissimo incidente: da un allevamento sono fuggiti ben 50mila salmoni e adesso a rischio sarebbe l’intero ecosistema.

Tasmania Salmoni fuga allevamento
Salmoni (Getty Images)

Una tragica notizia per l’ambiente quella che giunge dalla Tasmania. Circa 50mila salmoni sarebbero fuggiti da un allevamento a seguito di un incidente verificatosi al suo interno. Nello specifico il recinto delle vasca entro cui erano confinati si sarebbe sciolto a causa di un incendio. Non essendovi più barriere, i caparbi pesci si sarebbero riversati nelle acque aperte.

Scattato immediatamente l’allarme da parte degli ambientalisti i quali ora temono che questa colonia possa irrimediabilmente danneggiare l’intero ecosistema considerato che si nutriranno della fauna autoctona.

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Tasmania, 50mila salmoni fuggono da un allevamento: il rischio per l’ecosistema

Allevamento salmoni
Allevamento salmoni (Getty Images)

La società che gestisce l’allevamento da cui sono scappati i 50mila esemplari di salmone, non ha ancora compreso quale sia stata la miccia che ha innescato l’incendio. Quel che è certo, però, il fatto che l’accaduto porterà con sé serie conseguenze negative. Per l’azienda i danni sarebbero solo economici, alla propria attività. Secondo l’amministratore delegato, riporta La Repubblica, questi sarebbero pesci che al difuori delle loro vasche hanno una vita brevissima. In balia dei predatori saranno ben presto annientati. Il problema, quindi risiederebbe nel solo fatto di aver perso pesci che avevano raggiunto i quasi 5 chili.

L’azienda, per rispondere alle accuse mosse dagli ambientalisti circa il drammatico impatto ambientale, avrebbe altresì citato un recente rapporto dell’Istituto per gli Studi marini e antartici. Secondo quest’ultimo i pesci d’allevamento in fuga non rappresenterebbero una grande minaccia per l’ecosistema in quanto non si nutrirebbero di specie autoctone.

Per gli ambientalisti le cose starebbero diversamente. Il presidente di Neighbors of Fish Farming, riporta La Repubblica, ritiene che le argomentazioni della società solo dei futili tentativi di minimizzare quanto accaduto. A suo avviso sarebbe praticamente come dire che lo sversamento di acque reflue in natura gioverebbe all’ambiente perché ricche di sostanze nutritive.

La richiesta degli ambientalisti è, dunque, una ossia quella di far scattare delle indagini per far emergere non solo le conseguenze nel prossimo futuro ma anche quelle a lungo termine. Il rischio, a loro avviso, è che il salmone fuggito si possa stabilizzare nell’alveo dei fiumi locali, soppiantando le specie attualmente lì radicate.

Un’altra associazione, la Environment Tasmania cita -per rispondere alla società che allevava i salmoni- un differente studio sempre dell’Istituto per gli Studi marini e antartici che racconterebbe tutt’altra verità.

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Salmone
(Getty Images)

Secondo questa ricerca, il 15% dei salmoni di allevamento finiti in natura si nutrirebbero proprio di pesci selvatici.

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