Se si tradisce si può amare ancora? Che cosa comporta la scelta di un tradimento, casualità o principio assoluto dell’abbandono?
Il tradimento è un classico: il momento più temuto nella storia di ogni coppia. Da sempre considerato come il punto di non ritorno per eccellenza per qualsiasi storia d’amore, al quale molti studiosi come altri comuni mortali hanno tentato anche nei momenti più buii di scovarne le ragioni più recondite. D’altronde alla base di ogni rapporto dovrebbe esserci una solida dose di fiducia riposta nell’altro, e quando quest’ultima viene a mancare drasticamente diventa difficile poter continuare ad intravedere un futuro con quella persona. Allora, cosa spinge a tradire? La mancanza d’amore, un improvviso raptus che fa dimenticare le proprie priorità, oppure una noia mortale?
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Nonostante le conseguenze che un gesto come il tradimento possa comportare alla vita di una coppia, resta un gesto che non smette di perdere la sua frequenza. Molte persone dopo aver tradito la loro metà si giustificano a se stessi, o agli altri, sostenendo che l’azione d’infedeltà non abbia nulla a che vedere con il sentimento provato nei confronti del proprio partner. Ma che sia stato soltanto un momento di cedimento. Può essere davvero in questo modo? Tale risposta è nella maggior parte dei casi, se non in maniera totalizzante, totalmente errata.
Qualunque sia la causa scatenante, più attinente ad una questione fisica o emotiva, oppure che gli attori di tale azzardo siano di sesso maschile o femminile, il risultato pare essere lo stesso. Infatti, secondo alcuni psicologi, la motivazione più accreditata sarebbe quella di un principio di disinnamoramento verso il proprio partner. Per quanto, oltre alla motivazione principale, potrebbero legarsene altre a catena, ad esempio: l’abitudine nei confronti di una situazione ormai stabile sentimentalmente. La noia per la routine della coppia, una rivalsa in seguito ad un primo tradimento, oppure una volontà improvvisa di dare una svolta alla propria vita.
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Eppure, tutte le cause secondarie sembrano riportare sempre alla prima motivazione come principio assoluto del tradimento. Ovvero, l’immediata mancanza d’amore verso il partner al momento della scelta su attuare o meno un qualsiasi tipo di tradimento. Oppure sottrarsi ad esso. Soltanto qualora il rifiuto del tradimento possa dirsi spontaneo, rendendo così improbabile una scelta “casuale”, allora in quel caso si può dire di amare davvero l’altra persona. E di non essere suscettibile, per quanto siano appetibili, ad altri inviti o provocazioni.
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