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Interviste

La nostra intervista a Margot Sikabonyi: la sua carriera oltre ‘Maria Martini’

La nostra intervista a Margot Sikabonyi, attrice di successo e volto noto di in ‘Un medico in famiglia’ dove ha vestito i panni di Maria Martini.

La bella attrice romana ci racconta i suoi esordi, le sue esperienze lavorative e di vita, le sue passioni, i suoi sogni e come ha vissuto questo 2020 in piena emergenza pandemia. Ci parla anche dello storico personaggio della fiction più amata dagli italiani che ha interpretato per 16 anni, di come ha vissuto tutta quella popolarità e di quanto l’ha cambiata.

Margot, tu hai iniziato da giovanissima la tua carriera di attrice quindi probabilmente ancora non avevi fatto in tempo a 11 anni a capire “cosa volessi fare da grande”, era da sempre il tuo sogno oppure ti ci sei ritrovata un po’ inaspettatamente?

Io volevo fare la ballerina da piccola, ero certo di questo, ballavo ovunque facevo tantissimi corsi e i primi miei passi sono stati ballando. A 11 anni mi sono ritrovata per puro caso a fare un provino, era agosto e a Roma non c’era nessuno, cercavano una bambina della mia età che parlasse bene l’inglese e io avendo madre canadese e padre ungherese in casa parlavamo sempre l’inglese.  Il regista mi prese subito come protagonista, io non avevo la minima idea di cosa volesse dire e neanche mia madre quindi incuranti siamo andati in vacanza e quindi ho perso il ruolo. Quando sono tornata a Roma però la produzione mi ha ricontattato e insistendo ho avuto un ruolo in quel film dell’amica della protagonista. Ancora mi ricordo che ero timidissima ma quando mi sono ritrovata davanti alla macchina da presa mi è stato detto “adesso qui darai la tua battuta” e quando ho iniziato a parlare mi sono sentita comoda nei panni di quest’altra persona e quindi da lì tutto è cominciato come fosse un destino già scritto.

Da lì è iniziato per poi arrivare al grande successo nei panni di Maria Martini in cui anche lì eri giovanissima e in piena fase adolescenziale. Come hai vissuto così tanta popolarità così improvvisa e in un’età così particolare?

E’ accaduto davvero tutto d’un tratto, nessuno di noi si aspettava un successo di quella portata anche perché all’epoca non esistevano le fiction, “Un medico in famiglia” è stata la prima nel suo genere e quindi non sapevamo cosa aspettarci. Quindi quando è arrivato quel successo enorme mi sono sentita travolta all’inizio molto felice e poi con l’andare avanti quando tutti mi chiamavano Maria e io a 15 anni vivevo una fase in cui stavo un po’ cercando me stessa come accade a tutti i ragazzi di quell’età in cui ancora non abbiamo chiaro nemmeno noi chi siamo, a un certo punto non ne potevo più tanto da arrivare al punto che quando mi fermavano per strada e mi chiedevano “Ma tu sei Maria?” io rispondevo di no. Quindi c’è stato un periodo di lotta con questo personaggio che poi è finito maturando e adesso c’è grande amore e grande gratitudine per Maria Martini.

 

Maria è stato un personaggio che ti ha accompagnato perché da adolescente sei diventata adulta insieme a lei, quanto ti riconosci in lei e quanta Margot c’è in Maria Martini?

Penso che ci siamo cambiate e siamo cresciute a vicenda. Io mi ricordo la nostra autrice Paola Pascolini che in estate prima che scrivesse la nuova stagione mi invitava a casa sua e parlavamo, lei mi chiedeva come stessi, cosa stessi diventando per scrivere il personaggio di Maria con le mie corde, con il mio stato d’animo del periodo o cosa stessi attraversando io. C’era stato un periodo di grande militanza per me, intorno ai 17 anni in cui ero in una sorte di ribellione rispetto alla società e quindi lei raccontò di Maria che partiva per l’Africa e tornava arrabbiata e in ribellione rispetto alla società. Quindi sì c’è molta Margot in lei.

Con “Un medico in famiglia” sei cresciuta anche dal punto di vista lavorativo con attori di grande esperienza come Lino Banfi, Giulio Scarpati, Milena Vukotic. Quanto ti ha dato quella fiction e quanto invece ti ha condizionato quel personaggio, nel tuo proseguo?

Sicuramente questo ha aperto tante porte, crescere su un set vuol dire avere una professionalità orami innata in me e nessuna scuola me lo potrà dare lavorando in una palestra così continua per tante ore al giorno per così tanti anni. Ho vissuto tantissimo in quell’ambiente con tanti artisti e ho visto anche l’evolversi di vari personaggi, ho capito cosa volesse dire il successo perché ho visto persone di grande successo ma molto tristi. Da lì ho iniziato a interrogarmi su cosa fosse il successo ed è quindi stato un insegnamento molto grande per me. Sicuramente il ruolo di Maria mi è rimasto appiccicato a me, dal punto di vista attoriale ora è ancora presto per riuscire ad impormi come Margot e quindi come un’attrice che può dare altro perché Maria arriva prima di me. Adesso c’è tutto un lavoro di continuare a credere dal mio lavoro di attrice che è separato da me ma ci vuole tempo probabilment.

Tu hai recitato sia in tv che a teatro, qual è il tuo grande amore?

Senza alcun dubbio il teatro, c’è una libertà diversa rispetto a quella della televisione che è molto più contenuta, anche quella una ‘palestra’ davvero pazzesca. Il teatro però ti consente di capire cosa vuol dire veramente recitare stando tutte le sere davanti a un pubblico, dove non è concesso l’errore, e vuol dire essere in contatto con le proprie emozioni costantemente.

 

Invece per quanto riguarda la tua vita e le tue esperienze come hai detto prima mamma candese, papà ungherese, hai studiato in Francia, a Honolulu, in America spaziando e vivendo tante culture diverse sulla tua pelle. Qual è il tuo bagaglio rispetto a queste realtà così differenti che hai vissuto sin da giovane?

C’è stata sempre una grande necessità in me di andare a capire come fosse il mondo e di cosa fosse fatto visto che appunto ho avuto il grande dono da piccola di capire che il successo non rendeva una persona più felice quindi è stato necessario per me andare a cercare quale fosse la ricetta. Sono andata a Honolulu perché volevo diventare biologa marina perché a un certo punto non volevo più essere un’attrice dato che le dinamiche del mercato erano troppo faticose per me, poi invece ho realizzato che ero un’attrice e non potevo farne a meno quindi sono andata a Vancouver dove c’era un’ottima scuola di cinema. Sono stata a Parigi a studiare a teatro, ad Honk Hong a studiare yoga. Sono una persona curiosissima, alla costante ricerca come se ci fosse la necessità di un’evoluzione per ognuno di noi e volevo vedere il mondo. Quindi sono stata molto fortunata a poter fare questo anche con molta difficoltà perché mi ricordo a 18 anni mi sono ritrovata a Parigi da sola, vivevo sola non conoscevo niente e nessuno, mi mancava mia madre e la mia realtà però mi rendevo conto che fosse importante per crescere e maturare stare lì in quella condizione.

Invece hai detto che sei andata ad Honk Hong a studiare yoga, come ti sei avvicinata a questa disciplina? Ti va di raccontarcela?

Allora io avevo 15 anni quando ho fatto il mio primo corso e ho sentito subito che era la mia strada e ho iniziata a praticarla in maniera importante facendo tantissimi corsi, meditazioni, giornate in silenzio nelle foreste e mi ci sono completamente dedicata perché lo yoga era una parte fondamentale della mia esistenza al che mi sono detta “io voglio diventare insegnante” quindi sono andata ad Honk Hong a studiare da un maestro veramente pazzesco sotto consiglio di una mia amica e davvero è stata un’esperienza pazzesca però poi non ho mai insegnato. Quando sono diventata mamma ho iniziato a dire che forse poteva essere il momento per avvicinarmi a un qualcosa che mi piaceva così tanto, a una presa di cura e quindi diventando mamma questi canali di ascolto interiore e di accettazione sono diventati sempre più importanti. Così un po’ il destino, un po’ il lockdown, ho iniziato a fare dei corsi online e da lì tante persone che non lo conoscevano ci si sono avvicinate tanto da chiedermi di fare dei percorsi quindi adesso sto insegnando online ed è meraviglioso. Mi piace tantissimo e mi sento molto grata di poterlo fare.

 

In un periodo così difficile sia dal punto di vista lavorativo anche per voi artisti, sia da mamma con due bambini piccoli come stai vivendo questa situazione?

Io penso che sia paradossalmente una ricchezza avere dei figli in questo momento, loro sono molto piccoli e mi tengono particolarmente legata al momento presente, con loro non ho la possibilità di pensare troppo a domani che credo sia una cosa un po’ faticosa per tutti in questo momento perché non c’è un domani certo e viviamo tutti alla giornata. Questo con i miei figli mi viene molto più facile: penso a mia mamma che è sola in casa, non può uscire e chiaramente lì i pensieri diventano un po’ più faticosi. Allo stesso modo mi dispiace molto per i miei figli che debbano vedere questo del mondo, che debbano andare a scuola con delle maestre ‘mascherate’,  divise da loro. Ma allo stesso modo vedo che loro tirano fuori un andare oltre perché noi siamo fortunati, stiamo bene, in salute, possiamo mangiare, ci sono tante famiglie che in questo momento non possono fare neanche quello perché hanno perso il lavoro, abbiamo un posto caldo. Ci sono situazioni così difficili intorno a noi che ci rendono veramente grati di quello che abbiamo che è una cosa su cui probabilmente non ci siamo mai pienamente soffermati prima di questa pandemia. Parlo di queste piccole cose, dello stare tutti insieme a tavola, di godere che siamo in salute. Questo per me ora è importante e vedo che loro stanno bene perché noi stiamo bene. Viene rimesso tutto in prospettiva.

Vuoi parlarci di qualche tuo progetto futuro? Di cosa hai in cantiere o a cosa ti vuoi principalmente dedicare?

Ce ne sono tantissimi. Chiaramente non mi fermo mai se sono stata alle Hawaii a studiare non posso immaginare che stia ferma e calma quindi di idee ne ho mille. Adesso quello dello yoga e dell’healt coaching è un progetto che mi prende molto tempo e di cui come ho detto sono molto grata di potermici dedicare. Ne ho un altro di cui non posso parlare ancora e poi sono in attesa di un film che spero partirà prima o poi. Sai in realtà ora il mio progetto più importante è quello di crescere bene due bimbi, il resto è tutto un meraviglioso contorno.

MELISSA LANDOLINA

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