La proposta delle Regioni alpine al governo: impianti di sci aperti soltanto per ospiti di hotel e seconde case
Tiene banco in Italia, e non solo, il dibattito sul turismo invernale. E’ tempo di neve e di Sci ed è il momento di alta stagione per le strutture turistiche di alta montagna. Tuttavia, è anche tempo di pandemia, che vive la seconda ondata. Il rischio è che si ripeta quanto fatto con troppa scioltezza in estate con il prezzo da pagare altissimo della attuale seconda ondata. La posizione del governo, però, stavolta sembra più vigile. Ciò è dovuto anche la risvolto economico. L’Italia è una penisola e dare spazio al turismo balneare ha senza dubbio dato un colpo di ossigeno all’economia del paese e al Prodotto Interno Lordo (Pil). La pandemia, inoltre, in estate ha vissuto un momento di tregua, causa probabilmente il clima, unito al lungo periodo di lockdown degli italiani.
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Ora, però le cose sono diverse, ma le regioni alpine insistono per riaprire. I governatori hanno un rapporto più diretto con gli elettori e gli operatori del territorio. Questo ha comportato sin dall’inizio della pandemia una costante contrapposizione regionale all’azione decisionale del governo. Ora il tema più dibattuto è l’apertura delle piste da sci. Le regioni alpine sono favore all’apertura a sostegno dell’economia del territorio che si basa molto sul turismo invernale. Il governo, però, teme che sia occasione di nuovi assembramenti, come del resto già accaduto durante questa pandemia. La Valle d’Aosta è arrivata a diventare zona rossa proprio per effetto dell’arrivo di tanti turisti dalle zone del paese con più contagi. In termini di grandi numeri, insomma, per il governo non è una scelta favorevole al paese quella di favorire l’economia degli operatori nel breve periodo, rischiano poi di dover chiudere intere regioni successivamente. Si tratterebbe di favorire l’economia di pochi a scapito di molti i piena seconda ondata.
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L’ultima ipotesi avanzata dalle regioni alpine al governo è quella di aprire le strutture e le piste soltanto agli ospiti degli hotel e ai proprietari di seconde case. La palla ora passa nuovamente al governo.
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