Adriano Celentano dedicò il suo brano “L’arcobaleno” allo scomparso Lucio Battisti ma tutto partì da Mogol e da un sogno particolare
Correva l’anno 1999 quando Adriano Celentano pubblicò l’album “Io non so parlar d’amore“, che rappresenta ancora oggi uno dei suoi maggiori successi. Nel disco sono contenuti alcuni dei brani che hanno accompagnato l’artista negli anni a venire e che sono considerati delle vere perle musicali come “Gelosia” e “L’emozione non ha voce“. In questo progetto Adriano venne affiancato per la scrittura delle canzoni da Mogol al quale si deve anche la storia che portò alla nascita del brano “L’arcobaleno“, dedicato a Lucio Battisti.
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Alcuni mesi prima dell’uscita dell’album scomparve Lucio Battisti, non solo un grande artista ma anche un amico di Adriano e Mogol. Proprio quest’ultimo fu coinvolto in una storia quasi surreale che lo portò a scrivere il brano “L’arcobaleno“, dedicato al cantautore. La leggenda narra che una medium di nome Paola avesse dichiarato di essere entrata in contatto con il suo spirito e che questo l’abbia spinta a cercare un libro nel quale esisteva un capitolo dedicato all’arcobaleno. A questo punto il cantante le avrebbe fatto una richiesta, quella di contattare Mogol e chiedergli di scrivere una canzone dal suo punto di vista. Il riferimento all’arcobaleno sarebbe stato visto come ponte tra l’aldilà e il mondo terreno.
Giulio Rapetti inizialmente si rifiutò di dare adito a questa storia. Alcuni giorni dopo però accadde che un arcobaleno apparì e terminò sul cofano della sua macchina. Questo per Mogol fu una sorta di segnale. Lasciatosi ispirare dalla musica già scritta da Gianni Bella, iniziò a buttare giù nero su bianco insieme ad Adriano il testo del brano.
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“Io son partito poi così d’improvviso / Che non ho avuto il tempo di salutare“, inizia così la canzone che vuole essere una sorta di lettera di addio da parte di Battisti. “Mi manchi tanto amico caro, davvero / E tante cose son rimaste da dire“, canta con commozione Celentano.
Alcuni anni dopo la donna che si era spacciata per una medium dichiarò di essersi inventata tutto. Il suo obbiettivo era quello di denunciare gli amici del cantautore che avrebbero fatto di tutto per sfruttare la sua immagine. A questo proposito Mogol non si espose mai, continuando invece a portare avanti la convinzione di aver ricevuto dei chiari segnali dall’amico.
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