Morte Maradona, le indagini condotte dagli inquirenti portano all’ipotesi di omicidio colposo. Emergono nuovi dettagli a sostegno di questa teoria
La Procura di San Isidro, dopo la scoperta delle cartelle cliniche legate al campione Diego Armando Maradona, sta indagando sul dottor Luque e sulla psichiatra Cosachov: emerge l’ipotesi di omicidio colposo. I due medici, stando al quadro delineatosi, sarebbero colpevoli di aver prescritto al calciatore, di recente scomparso, un cocktail letale di 6 psicofarmaci: troppi per un uomo che versava in condizioni già critiche.
“Siamo davanti alla possibilità che sia stato commesso un reato. E’ possibile dire che potremmo trovarci davanti ad un omicidio colposo“: queste le parole pronunciate da una fonte del quotidiano La Nacion.
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Maradona, ipotesi di reato: spuntano nuovi elementi
L’ipotesi che, secondo le testimonianze, sta emergendo in queste ultime ore, è che nessuno avesse il controllo della situazione. Il Pibe de Oro, che aveva subito un’operazione al cervello proprio ad opera del dottor Luque, non era quindi curato efficacemente. La dose di psicofarmaci potrebbe essere stata la reale causa della sua morte.
La Procura di San Isidro, che sta indagando sull’ipotesi di reato, ha la facoltà di attribuire al medico e alla psichiatra Cosachov da 1 a 5 anni di reclusione, per aver esercitato in maniera impropria la loro professione, ed aver causato così la morte del campione.
Di recente, il quotidiano La Nation ha anche posto l’accento su un documento, firmato il giorno 3 novembre, contenente le dimissioni di Maradona dalla Clinica Olivos. Quest’ultimo, che recava la firma del dottor Luque e delle figlie del “Dieci”, sollecitava a non interrompere le cure ospedaliere, e a proseguire la riabilitazione in un centro specializzato.
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Tuttavia, il Pide de Oro si trasferì all’interno della propria abitazione del barrio San Andres. Il tutto, secondo la fonte, senza “alcun sistema di controllo del paziente“, che era stato lasciato solo, e privato di uno specialista che potesse prendersi cura di lui. La terapia domiciliare, sempre seguendo questa ipotesi, sarebbe stata avallata proprio dai dottori Cosachov e Luque.
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