Alle 15.30, con una marea che ha già superato i 130 centimetri a Venezia, le sirene tornano a suonare per un ulteriore peggioramento
Il Mose non si alza e Venezia finisce sott’acqua. E’ accaduto oggi, per effetto delle piogge che stanno flagellando l’intero paese da alcuni giorni. L’opera oggi è andata in tilt, qualcosa non ha funzionato nel sistema che, da quando è stato messo in funzione, soltanto una volta si era bloccato. Alle 12 l’acqua alta a piazza San Marco è passata da 125 centimetri e 135. Intorno alle 15:30 un nuovo aggiornamento con il superamento dei 130 centimetri. La problematica, in realtà, è ben prevista. Il Mose prevede che si alzi quando si attende oltre i 130 centimetri di acqua. In questa fase funziona così. Per prepararlo servono delle ore di anticipo, circa due. In sostanza, le previsioni errate non fanno partire il Mose allagando, fi fatti, il centro storico della citta veneta.
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Il capo del provveditorato alle opere pubbliche del nordest, Cinzia Zincone, ha spiegato la questione e i motivi del mancato funzionamento del Mose: “Siamo in una fase sperimentale, nella quale si alza quando c’è una previsione di 130 centimetri: l’allerta viene data 48 ore prima, per permettere non solo di emettere le ordinanze per la navigazione ma anche per convocare le squadre operative”. Non manca un riferimento ironico verso alcuni abitanti della Laguna che pensano erroneamente si tratti di pigiare un bottone:
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“Infatti, nonostante a Venezia si parli di ‘strucare el boton’ (pigiare il bottone), in realtà l’operazione nasce con molto anticipo e va preparata sottolinea. Fino a questa mattina le previsioni non arrivavano a 130, e quando sono cambiate si era fuori tempo massimo. Si prevede che possano esserci margini di errore, ma non così ravvicinato”.
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Poi Zincone si augura che le procedure tengano conto anche di margini di errori così ristretti nel tempo e che il vento sia alleato dei lagunari. Resta da attendere per capire se con il vento potrà spingere l’acqua fuori dal centro storico della cittadina.