Lunedì 7 dicembre 2020, alla Prima del Teatro alla Scala, Giorgio Armani veste gli artisti. Perché Milano è anche il Teatro alla Scala.
Nell’anno 2020 la cultura e la bellezza ci salveranno. In questo anno surreale dove la paura del virus ci blocca in casa, il Teatro alla Scala non si ferma, perché Milano non si ferma.
E’ un facile slogan, ma è la verità, la forza di questa città è nelle persone testarde, che non si fermano, che hanno sempre voglia di ricominciare, di riprendersi quello che gli appartiene. La libertà, che è fatta di cultura e di bellezza.
L’AMORE DI ARMANI PER MILANO
Il 29 novembre i milanesi sono usciti di casa, dopo il secondo lock down e in giro per la città hanno trovato dei cartelloni con una dichiarazione d’amore: IO CI SONO PER I MILANESI CON I MILANESI CON SENTIMENTO. Firmati Giorgio Armani.
Re Giorgio è milanese d’adozione, come la grande maggioranza dei milanesi e forse proprio per questo la ama di più, perché non la dà per scontata.
In questo anno il grande stilista ha fatto sentire la sua voce e il suo impegno in diverse occasioni, a febbraio data l’impossibilità di spostamenti la sua sfilata A/I venne trasmessa in streaming, successivamente, nel pieno della chiusura ad aprile dichiarò l’importanza di un impatto più etico a ritmi meno frenetici del fashion system. Poi a settembre la diretta in TV della sfilata P/E 2021, per rendere possibile a tutti di far parte di un mondo generalmente riservato a pochi.
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LA PRIMA ALLA SCALA
“C’è un legame così forte tra Milano e la Scala che non posso pensare all’una senza l’altra. Tanto che alla fine della guerra il teatro fu subito ricostruito, senza un dubbio o un’esitazione. È un simbolo di resistenza intellettuale che si manifesta anche oggi, 7 dicembre, con la scelta di inaugurare la stagione, con una diretta televisiva.” questo è quanto ha dichiarato Giorgio Armani.
Il 7 dicembre, ad aprire le festività c’è Sant’ Ambrogio, patrono di Milano e la Prima del Teatro alla Scala.
Ma quest’ anno in un teatro vuoto, senza il pubblico, senza personaggi illustri e fotografi; il virus ci ha resi tutti uguali e tutti abbiamo potuto assistere alla prima in diretta tv.
L’opera A riveder le stelle diretta da Riccardo Chailly, è stata trasmessa su Rai Uno e Raiplay in diretta (non troppo, perché per ragioni logistiche molto era registrato). Le scenografie realizzate in parte digitalmente con meravigliosi giochi di luci.
A presentare la diretta tv c’era una Milly Carlucci in un elegantissimo completo smoking di raso nero, firmato Armani ovviamente.
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GLI ABITI
Il look della soprano Kristine Opolais, splendida con abito a sirena in velluto di seta nero. Caratterizzato da un ampio scollo a cuore impreziosito dai cristalli in tinta, ad avvolgerla infine una lunga cappa in tulle interamente ricamata con una distesa di cristalli.
Lisette Oropesa è il soprano che ha cantato la Lucia di Lammermoor di Donizetti, l’apertura della prima. Assolutamente valorizzata nell’abito bustier senza spalline, della linea Giorgio Armani Privé.
Dalla linea ad A l’abito è completamente realizzato in tulle nero, ricamato con perle e cristalli ha un profondo scollo verticale enfatizzato dall’arricciatura finale del bustier.
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Marianne Crebassa in abito rosso bustier con tulle (Rai)
Il mezzo soprano Marianne Crebassa, invece, durante l’esibizione “L’amour est un oiseau rebelle” de La Carmen, ha indossato un abito rosso con la parte superiore a bustino ricamato anch’esso in paillettes e cristalli e nella parte inferiore un’imponente gonna a balze di tulle della collezione Giorgio Armani Privé.
L’alta moda quest’anno era sul palco scenico, non in platea e ancora una volta ci ha permesso di sognare, come solo un abito coperto di cristalli può fare.