Covid: paziente maltrattato “tra dieci minuti muori”, frase equivoca del medico

Taranto, un medico del 118 avrebbe spaventato appositamente un paziente positivo al Covid-19. Le frasi equivoche fanno emergere alcuni dubbi.

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Un’ambulanza del 118 (Getty Images)

“Tra dieci minuti muori” avrebbe esordito il medico del 118, Angelo Cefalo, operante nella città italiana di Taranto. I familiari del paziente affetto da Covid-19 hanno accusato il dottore per averlo fortemente intimidito. Secondo quanto detto dal medico, però, al di là della frase tagliente, le sue intenzioni erano del tutto benevole. Poiché soltanto la situazione iniziale di reticenza da parte del paziente avrebbe scaturito in lui quella reazione.

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Il medico sul paziente maltrattato: rifiutava di collaborare

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Un medico (Getty Images)

“Ho gridato al paziente” avrebbe poi spiegato il dottore, “per potergli salvare la vita”. Secondo la sua versione dei fatti il paziente in causa si sarebbe più volte rifiutato di collaborare, non volendo indossare la Cpap, mascherina per la ventilazione meccanica. Mettendo in tal caso tutta la sua vita ad alto rischio.

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Le intenzioni del medico, chiarite durante una conferenza stampa: dove hanno partecipato alcuni componenti dell’Asl, tra cui il direttore Stefano Rossi. Sarebbero state quelle di spronare il paziente a rispettare le procedure per affrettarsi, ed in tal modo portarlo in salvo nel più breve tempo possibile. Il paziente però non ce l’ha fatta, affetto già da cardiopatia, bronchite cronica ed altre patologie, è deceduto la mattina dello scorso 3 novembre.

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Personale medico (Getty Images)

Il medico ha dichiarato, inoltre, di aver informato la figlia dettagliatamente, e tramite Whatsapp, sulla situazione del padre. E, di aver conservato i messaggi, per provare quanto detto. In seguito, ha sottolineato quanto sia vicino ai parenti, comprendendo il dolore per la loro perdita. Ma, al contempo, tenendo a precisare quanto, nonostante i tentativi, questa sia anche una loro sconfitta.

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