I materiali che ha prodotto l’uomo, in termini di peso, hanno superato la biomassa della Terra: il recente studio degli esperti.
Una scoperta sconvolgente, che apre ampi punti di riflessione quella per cui è emerso che i materiali prodotti dall’uomo sino ad oggi superano in peso tutto il comparto vivente della Terra (biomassa) ossia vegetazione e animali: dalla più piccola foglia, al microbo, all’insetto più minuscolo. A rilevarlo un team di scienziati del Weizmann Institute of Science in Israele che ha pubblicato la propria ricerca sulla rivista Nature.
Per comprendere la portata della gravità di quanto scoperto bisogna utilizzare i numeri. Il peso degli esseri umani è di oltre 300 milioni di tonnellate, quello che invece l’uomo produce è pari a 3,8 milioni di tonnellate di materiale pro capite in totale quindi 1.140 miliardi di tonnellate. La biomassa della Terra è invece 1.100 miliardi. Evidente quindi l’esubero.
In sostanza, quindi, tutto ciò che ha realizzato dall’uomo dal piccolo mattone al grande grattacielo ha contribuito a far incrementare il peso delle proprie opere sino a superare la massa di esseri viventi del pianeta.
Giungere al dato non è stato affatto semplice. Gli scienziati hanno infatti dovuto prendere in considerazione tutti i cambiamenti della biomassa planetaria e quelli del materiale prodotto dall’uomo a partire dall’inizio dello scorso secolo sino al 2020. Dal computo è stata esclusa l’acqua.
Sostanzialmente, quanto alle attività antropogeniche sono state considerate le masse degli oggetti soliti. In particolar modo, presi in esame sono stati maggiormente strutture come edifici e strade composti fa materiale bituminoso, cemento ed aggregati. Per la Terra ha primeggiato, invece, la flora.
Agli inizi del ‘900 quanto prodotto dall’uomo era pari ad una minima percentuale della biomassa terrestre: si parla del 3%. Oggi invece il dato è ben diverso. A pesare maggiormente la plastica la cui mole avrebbe di gran lunga superato il peso di tutta la fauna terrestre, marina e non.
Una circostanza che ha compresso lo spazio della vegetazione. Nello studio, infatti, si legge come gli esperti abbiano rilevato che dalla prima rivoluzione agricola la presenza di piante sul Pianeta sia stata praticamente dimezzata. Ciò ha ovviamente influenzato le emissioni di carbonio e compromesso la qualità della vita. Ogni qualvolta si parla di ambiente, è evidente come tutto sia sempre circolare. Causa ed effetto si uniscono sino a non distinguersi più causa ed effetto.
Il team israeliano è quindi giunto alla conclusione di ribattezzare l’attuale periodo come Antropocene considerata l’ingerenza dell’uomo determinante nelle modificazioni terrestri.
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