Il pilota del Volo British Airways 5390 è rimasto sospeso su un filo tra la vita e la morte: un finale mozzafiato
Continuano nel segno degli incidenti di larga portata, le riprese del documentario in onda su Discovery Channel, “Indagini ad Alta Quota”. Accantonato il primo scorcio degli eventi dal finale perdifiato, la kermesse televisiva entra nel vivo con gli episodi della seconda stagione.
I protagonisti dell’ultimo capitolo della prima saga hanno assaporato un lieto fine, con tanto di encomio e standing ovation degli addetti. Il primo episodio della seconda saga si apre con l’ennesimo inconveniente grave, in procinto di far saltare il banco della tranquillità tra passeggeri ed equipaggio.
Ben 87 erano gli occupanti a bordo del “Volo British Airways 5390”, in partenza dall’Aeroporto Internazionale di Birmingham con destinazione Malaga. La data dell’incidente cadeva il 10 Giugno 1990, quando il “BAC One Eleven” effettuò un atterraggio da pellicola cinematografica fantascientifica. Un episodio ricco di colpi di scena a bordo dell’aereo e appena fuori dal…parabrezza
“Volo British Airways 5390”, il racconto tra la vita e la morte
Il “Volo British Airways 5390” ha fatto emozionare fino all’ultimo secondo il telespettatore, amante degli episodi vertiginosi, più spaventosi della storia terra-aria. Quel velivolo era capitanato dal comandante Tim Lancaster ed altri 6 membri dell’equipaggio.
Alle ore 07:20 locali tutto filava liscio all’interno del mezzo, con le hostess che servivano la colazione mattutina ai passeggeri e Lancaster con Atchinson (co-pilota) che finalizzavano le ultime manovre per il decollo. Non appena il velivolo raggiunse quota 5.200 metri di altitudine, si udì un forte tonfo sul lato guida del mezzo, finchè una parte del parabrezza si staccò dall’asse e volò via.
L’aereo viaggiava alla velcità di 800 km/h e il povero Lancaster non risucì ad evitare la pressione del vento, finchè il suo busto venne trascinato fuori dalla cabina di “regia”, in direzione della prua esterna del mezzo. Si reggava con i piedi, incastonati nelle “fauci” del volante, mentre la porta della cabina di pilotaggio si distaccò e finì contro le console radio e i comandi di volo, spingendo al massimo la velocità del mezzo di trasporto. A quel punto il co-pilota, Atchinson prese le redini del comando con l’obiettivo di ridurre la velocità. Non riuscendo ad avvertire la segnalazione, proveniente via radio dalla stazione d’arrivo pensò bene di inserire il pilota-automatico e avvertire i soccorsi.
Nel frattempo Lancaster veniva trattenuto a fatica da uno degli assistenti dell’equipaggio, accorso per servire la colazione in cabina di pilotaggio. Quest’ultimo fu colpito da un attacco di assideramento e immediatamente sostituito da uno degli altri 5 colleghi in servizio. Atchinson nel frattempo riuscì a tenere a bada la velocità del velivolo, ricevendo indicazioni esterne su come atterrare nell’aeroporto più vicino di Southampton.
“Volo British Airways 5390”, epilogo e indagini sull’incidente
Giunti a terra con grande maestrìa, il sistema frenante del “Volo British Airways 5390” riuscì a fare attrito con la pista ed arrestarsi in condizioni perfette. I viaggiatori furono evacuati, mentre il comandante che nel frattempo ha rimediato una condizione di shock e congelamento è stato immediatamente soccorso presso l’ospedale del posto. Il bollettino medico recita per lui una contusione a braccio e polso destro e pollice sinistro.
Nel frattempo l’Air Accident Investigation ha avviato le operazioni dell’indagine scoprendo che quel parabrezza volato via d’imporvviso fu installato 24 ore prima del primo volo. E per di più la decompressione esplosiva creatasi a bordo del “British Airways 5390” era conseguenza di un mal avvitamento dei bulloni di fissaggio all’asse della carrozzeria.
Al contempo non sono mancate le accuse ai responsabili della manutenzione, vittime di un controllo a dir poco superficiale e responsabili di quella che sarebbe potuta essere una vera e propria tragedia senza precedenti