Il figlio di Paolo Rossi, Alessandro, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti all’esterno dell’ospedale Le Scotte di Siena.
Si susseguono i messaggi in ricordo di Paolo Rossi, l’ex attaccante della Lanerossi Vicenza scomparso mercoledì all’età di 64 anni dopo aver lottato contro un male incurabile che gli era stato diagnosticato nei mesi scorsi. Oggi alle 15 è stata aperta la camera ardente allo stadio Menti di Vicenza, dove il feretro è arrivato dopo aver lasciato l’ospedale Le Scotte di Siena. Proprio all’esterno del nosocomio toscano, il figlio di Rossi, Alessandro ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti spiegando come la famiglia sia stata sempre vicina all’ex giocatore.
Paolo Rossi, il figlio Alessandro: “Mio padre è stato un vero esempio, mi ha insegnato ad essere altruista”
“Se ne è andato in serenità, posso confermarlo. Noi gli siamo stati sempre vicini e se ne è potuto andare con l’amore dei suoi cari“. Queste le parole, riportate dalla redazione di Leggo, di Alessandro Rossi, figlio di Paolo, che ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti all’esterno dell’ospedale Le Scotte di Siena. Il feretro dell’ex campione del Mondo questa mattina ha lasciato il nosocomio del capoluogo di provincia per essere portato allo stadio Menti di Vicenza dove è stata allestita la camera ardente. Domani poi l’ultimo saluto al Duomo Di Vicenza, dove verranno celebrati i funerali.
Il figlio di Pablito, distrutto dal dolore per la perdita, ha poi affermato che per il padre il 1982, quando l’Italia vinse i Mondiali in Spagna grazie alle reti di Rossi che poi conquistò il Pallone d’Oro, è stato l’anno più importante della sua carriera. “Mio padre è stato un vero esempio – aggiunge, come riporta Leggo– mi ha insegnato il coraggio nell’affrontare la vita con amore e ad essere altruista e generoso, a volere bene al prossimo. Mio padre era fatto così e ci ha amato veramente molto: è stato un papà fantastico, semplice ed umile“.
Alessandro Rossi ha poi concluso le sue dichiarazioni spiegando come la famiglia abbia sperato sino all’ultimo che le cose potessero andare meglio, ma purtroppo, alla fine il male ha vinto una battaglia che Pablito ha combattuto con coraggio. “Il calcio – chiosa- era la sua vita ed anche in queste settimane gli ha dato una spinta in più aiutandolo ad andare avanti“.