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Pandoro, come riconoscere quello di qualità: la classifica dei migliori in commercio

La storia del Pandoro ha oltre un secolo. Come riconoscere quello di qualità in commercio? Alcune regole per fare l’acquisto migliore.

Il Pandoro, insieme al Panettone, è uno dei dolci tipici della tradizione natalizia in tutta Italia. Lo possiamo trovare industriale oppure artigianale, farcito oppure al naturale come vuole la tradizione. Forse è misconosciuto rispetto al Panettone, per la sua nascita veneta poco commercializzata al suo debutto rispetto al concorrente che invece da Milano fece il giro della Penisola quasi subito.

La leggenda vuole che dietro la nascita di questo dolce ci sia una preparazione tipica della Repubblica Veneziana formata da un impasto di farina, latte e lieviti preparato la vigilia di Natale. Melegatti a Verona fu il precursore di questo dolce avendo la lungimiranza di arricchirlo con burro e uova. Il vecchio “Nadalin” diventò così “Pan de oro” per la ricchezza di materia prima pregiata al suo interno ed il passo verso il nuovo nome “Pandoro” fu breve.

Il 14 ottobre 1894, Domenico Melegatti riceve il Certificato di Privativa Industriale dal Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio del Regno d’Italia per aver inventato il nome, la forma e la ricetta del Pandoro. Il brevetto era depositato e anche un passo importante per la storia della pasticceria nazionale.

Ingredienti base e qualità organolettiche che di un buon Pandoro

Pandoro (Foto di Silvia Rao da Pixabay)

Anche gli ingredienti ci rivelano molto sulla qualità del prodotto finito, di solito esistono degli elementi base per la sua creazione anche se poi ogni laboratorio nasconde dei segreti che non vuole far emergere e che tramanda solo agli addetti ai lavori.

Gli ingredienti base sono:

  • Farina di frumento
  • Zucchero
  • Uova e/o tuorlo in quantità tale da garantire non meno del 4% in tuorlo
  • Burro per almeno il 20%
  • Lievito naturale
  • Aromi di vaniglia o vanillina
  • Sale

Il Pandoro per legge deve avere forma a stella ottagonale, “la superficie esterna deve essere priva di crosta, la colorazione della superficie esterna deve essere uniforme, adeguatamente dorata”. La base che corrisponde alla parte del dolce posta in alto durante la cottura, non deve risultare scuro o bruciata perché rovinerebbe il sapore.

Al taglio deve presentarsi soffice e asciutto, l’alveolatura piccola e omogenea, simbolo di una lievitazione lenta e senza sbalzi termici. Il colore della pasta deve essere giallo uniforme, il profumo gradevole senza retrogusto di coloranti.

La classifica dei migliori Pandoro 2020 secondo Altroconsumo e Corriere

Altroconsumo ci è venuto incontro e come ogni anno ha stilato la lista dei migliori Pandoro in commercio, attribuendo loro un punteggio in rapporto alla qualità e al prezzo.

  • Maina, il pandoro ricetta – Il re dei pandori è quello della torinese Maina con un punteggio di 68. Prezzo medio a confezione 5,67 euro.
  • Bauli, il pandoro di Verona – 67 punti e prezzo medio a confezione 5,14 euro.
  • Scarpato pandoro – Il più costoso della lista: prezzo medio a confezione 21,40 euro.
  • Melegatti, il pandoro originale – Prezzo medio a confezione 4,53 euro.
  • Balocco pandoro – Prezzo medio a confezione 4,15 euro.
  • Perbellini pandoro – Prezzo medio a confezione 19,43 euro.
  • Conad pandoro di Verona – ‘’Miglior acquisto’’ con prezzo medio a confezione 2,96 euro.
  • Paluani pandoro di Verona ricetta classica – 54 punti e prezzo medio a confezione 4,24 euro.

Ma come facciamo anche a sapere quali Pandoro artigianali possiamo acquistare e degustare fuori da questa classifica? Ogni città soprattutto al Nord ha diversi laboratori artigianali dove poter ordinare anche online alcune prelibatezze enogastronomiche per le feste, ma per venire incontro ai lettori lo stesso Corriere ha stilato una lista delle migliori rivendite anche online:

  • X Dolce Locanda di Giancarlo Perbellini a Verona
  • Olivieri 1882 a Vicenza
  • Pasticceria Lorenzetti a San Giovanni Lupatoto (Vr)
  • Tiri 1957 a Potenza
  • Pasticceria di Alessandro Negrini e Fabio Pisani a Milano
  • Panificio Follador a Pordenone
  • Pasticceria Clivati 1969 a Milano
  • Antico Forno Roscioli a Roma
  • Sadler a Milano
  • I Dolci della Regina a Garda (Vr)
  • Pasticceria Di Stefano a Raffadali (Ag)
  • Pasticceria Attilio Servi a Pomezia
  • Panificio Ascolese a Salerno
  • Pasticceria Angelo Grippa a Eboli
  • Pandoro di “Peck” a Milano
  • Casa Manfredi a Roma
  • Loison a Costabissara (Vi)
  • Pasticceria Davide Dall’Omo a Verona
  • Pasticceria Dolcemascolo a Frosinone
  • Farmacia Del Cambio a Torino
Pandoro preparazione (GettyImages)

Ovviamente questa è una classifica molto striminzita di tutti gli ottimi laboratori presenti sul territorio italiano, spesso il passaparola è ancora l’arma migliore per riuscire a degustare prodotti di nicchia che altrimenti non sarebbero conosciuti ai molti.

 

 

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