L’oppositore russo Alexei Navaly spiega in un’intervista come sta andando la guarigione e punta il dito contro Vladimir Putin.
Alexei Navalny ha recentemente lasciato un’intervista al notiziario spagnolo El Paìs. L’avversario russo è stato avvelenato con una potente neurotossina simile al Novičok (новичок). L’agente nervino è nato nell’Unione Sovietica tra il 1970 e il 1993 ed è ritenuto tra le sostanze più letali mai realizzate a causa dei suoi gravi effetti sul sistema nervoso. L’intossicazione è avvenuta il 20 Agosto 2020, quando l’oppositore russo è stato ricoverato d’urgenza presso l’ospedale di Berlino. I medici avevano curato il paziente con un antidoto contro degli agenti tossici inibitori della colinesterasi, un’enzima essenziale per il metabolismo cerebrale. A seguire le parole di Alexei sulla sua guarigione e sui presunti responsabili della sua intossicazione.
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Il giuristica e politico di 44 anni è certo del colpevole dell’intossicazione e punta il dito contro il presidente della Federazione Russa. Nonostante il Cremlino abbia respinto le accuse di avvelenamento, l’Unione Europea ha imposto sanzioni alla cerchia ristretta di Putin. Tre mesi dopo aver lasciato l’ospedale Charité di Berlino, dove per più di un mese ha lottato tra la vita e la morte, Navalny rilascia la sua prima intervista al celebre notiziario spagnolo. El Paìs riporta le parole del dissidente, proferite lo scorso venerdì mattina tramite videoconferenza direttamente dalla Germania. “Non ho dubbi che Putin abbia ordinato di uccidermi” dichiara l’uomo “Quell’agente nervino è un’arma bianca, tra le sostanze più tossiche mai inventate e per la sua fabbricazione è necessario un laboratorio statale.”
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Pertanto, sebbene nel 2017 la Russia abbia dichiarato la distruzione ufficiale delle armi chimiche, l’oppositore è convinto che l’agente sia stato prodotto in un laboratorio segreto sotto il comando diretto di Putin.
Fonte: El Paìs
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