Alessandro Sgambati non ce l’ha fatta contro il tumore con cui lottava da 3 anni. Ieri pomeriggio, ad Oriago, il suo funerale
Ennesima tragedia nel veneziano. Un tumore ha spezzato la vita di Alessandro Sgambati, 8 anni di Oriago di Mira, che fino alla fine ha lottato con le sue forze per sopravvivere a questa terribile malattia.
Ieri pomeriggio nella piccola comunità si sono svolti i funerali di Alessandro nella chiesa parrocchiale di San Pietro. Il piccolo è stato strappato alla vita da un neuroblastoma, male che lo aveva colpito tre anni fa.
Sono stati per lui e la sua famiglia tre lunghi anni di cure estenuanti iniziate scrupolosamente quando gli è stata diagnosticata la terribile malattia. Tutto è iniziato nel 2017 quando Alessandro ha iniziato ad accusare dei dolori muscolari alle gambe.
Inizialmente la famiglia pensava fossero dolori legati alla crescita, a volte normali in un bambino piccolo, ma poi con la pediatra sono stati affrontati diversi esami d’approfondimento e la scoperta del cancro. L’ultimo periodo lo ha trascorso vicino alla nonna Nicoletta, e alla sorellina Elena, di soli 2 anni e mezzo.
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Le parole strazianti della mamma di Alessandro al funerale
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Racconta la mamma Valentina intervistata dopo il funerale: “Alessandro era un bambino sempre allegro, con una gran voglia di vivere. Amava correre, non stava mai fermo. Gli piaceva saltare sulle reti dei giochi ed anche se la malattia lo aveva colpito soprattutto agli arti inferiori non mollava mai se non quando veramente era sfinito. Era il suo modo di aggrapparsi alla vita”.
“Nonostante le cure era sempre allegro e affrontava tutto con molta forza. Abbiamo sempre cercato di permettergli tutto, i giochi all’aperto e le corse anche se le sue condizioni di immunodepresso lo sconsigliavano. Sapevamo che il suo destino era segnato ma abbiamo preferito che Alessandro vivesse appieno ogni momento della sua vita, con la sua allegria e il suo coraggio”.
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L’ultimo periodo l’ha passato a casa circondato dalle “attenzioni della nonna Nicoletta, dall’entusiasmo della sorellina Eva di 2 anni e mezzo e, quando era possibile, dai due fratellini gemelli più piccoli che vivono con il papà”. La famiglia ha desiderato ringraziare l’intera equipe dell’Oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Padova che ha sempre lottato al suo fianco.