Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi, mercoledì 16 dicembre, ha comunicato i dati dell’epidemia da coronavirus in Italia tramite bollettino.
Aggiornato lo stato dell’epidemia da Covid-19, diffusasi in Italia da quasi 10 mesi. Stando alla tabella sanitaria del Ministero della Salute, i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza sono saliti a 1.888.144, ossia 17.572 unità rispetto a ieri. Ancora in calo i soggetti attualmente positivi che ammontano a 645.706, ossia 17.607 in meno di ieri, così come i ricoveri in terapia intensiva: 2.926 in totale e 77 in meno. Il numero dei guariti è giunto a 1.175.901 (+34.495). Nelle ultime 24 ore si sono registrati 680 decessi che hanno portato il bilancio totale delle vittime a 66.537.
La Regione Abruzzo, si legge nelle note, ha comunicato di aver sottratto 2 casi positivi dei giorni precedenti in seguito ad un ricalcolo. Anche l’Emilia Romagna ha eliminato 2 casi dei giorni passati, in quanto giudicati non casi Covid-19. La Campania, infine, ha segnalato di non avere al momento la possibilità di riportare i nuovi ingressi quotidiani in terapia intensiva.
Il Ministero della Salute nella giornata di ieri ha pubblicato l’aggiornamento sull’epidemia da Covid-19. Stando alla tabella sanitaria, il numero dei casi di contagio era salito a 1.870.576. Proseguiva il calo dei soggetti attualmente positivi che ammontavano a 667.303, così come i ricoveri in terapia intensiva: 3.003 in totale. Il numero dei guariti era giunto a 1.137.416. Si aggravava ancora il bilancio delle vittime nel nostro Paese che hanno portano il totale dall’inizio dell’emergenza a 65.857.
La Regione Campania, si leggeva nelle note, comunicava che non aveva a disposizione i dati quotidiani sugli ingressi in terapia intensiva. La Regione Emilia Romagna segnalava, invece, l’eliminazione di 5 casi dei giorni passati, in quanto giudicati non casi Covid-19.
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Il Ministero della Salute nella giornata di lunedì ha comunicato che i casi di contagio dall’inizio dell’emergenza era salito a 1.855.737. Tornavano in calo i soggetti attualmente positivi che risultavano essere 675.109. Diminuivano ancora, invece, i pazienti ricoverati in terapia intensiva che ammontavano in totale a 3.095. Il numero delle persone guarite era giunto a 1.115.617. Il totale dei decessi dall’inizio dell’emergenza saliva a 65.011.
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Proseguono i lavori del Governo per le prossime festività Natalizie. Dopo un primo approccio abbastanza rigido l’ Esecutivo sembrava essersi piegato alle richieste di allentamento, oggi invece una nuova inversione di rotta in senso diametralmente opposto. Sul tavolo ci sarebbe l’ipotesi di ulteriormente irrigidire le misure ed istituire l’Italia zona rossa nella sua interezza.
Probabilmente a spingere il Governo in questa direzione le scene riprese nell’ultimo weekend dove centinaia di migliaia di persone si sono riversate nelle piazze per completare i propri acquisti di Natale.
Le ipotesi in ogni caso restano due. Oltre al lockdown generalizzato pare ci sia la possibilità che si opti per una macro zona arancione che quindi vedrebbe i cittadini autorizzati a spostarsi solo all’interno del proprio Comune.
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Covid e salute mentale: infermiere si suicida nel bagno dell’ospedale
A gran voce gli esperti di salute mentale continuano ad invitare a non sottovalutare gli effetti devastanti del Covid-19 sulla psiche umana. La pandemia ha ingenerato nella popolazione mondiale paura, ansia, stress tutte emozioni negative il cui peso è difficile da tollerare. Immaginarsi per gli operatori sanitari che quotidianamente assistono a scene di morte e devono sopportare turni di lavoro estenuanti. Una pressione che in alcuni casi non riesce ad essere sostenuta.
Sarebbe il caso di un infermiere lombardo che prestava servizio all’interno di una riconvertita aerea del nosocomio ad ala Covid. L’uomo si sarebbe tolto la vita in bagno attraverso un’infusione venosa. L’operatore sanitario è stato rinvenuto da una collega. Lascia una moglie ed un figlio di appena tre anni. Secondo le prime indiscrezioni trapelate pare soffrisse già di depressione, accentuatasi poi con l’imperversare del virus.
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Rientro a scuola il 7 gennaio: regnano caos ed incertezza. Ipotesi di rinvio
Sul tema scuola continua ad aleggiare l’incertezza. Il tanto atteso rientro del 75% della popolazione scolastica il 7 gennaio parrebbe essere pronto ad una nuova proroga. A spingere in tal senso le Regioni diversamente, quindi, da quanto voluto dalla Ministra dell’istruzione Lucia Azzolina per la quale, addirittura, potevano riaprirsi le porte il 14 dicembre. Il nodo resta quindi difficile da sciogliere, soprattutto se si pensa a tutto ciò che gravita intorno al mondo scuola come l’annoso problema dei mezzi pubblici.
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Il Governatore Zaia si è espresso sul punto: “Il 7 gennaio se si aprono le scuole ci facciamo male”. Questo quanto dichiarato, parole che non sembrerebbero tangere però la Ministra che continua a mirare il 7 gennaio.
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