L’inquinamento ha contribuito alla morte di una bambina di 9 anni a Londra nel 2013, secondo la giustizia britannica
Una sentenza storica arriva da Londra e riguarda l’inquinamento. La decisione era attesa con impazienza. La giustizia britannica ha riconosciuto, mercoledì 16 dicembre, per la prima volta, il ruolo dell’inquinamento atmosferico nella morte di Ella Adoo-Kissi-Debrah. La piccola morì il 15 febbraio 2013 a Londra all’età di 9 anni, colpita da una grave attacco d’asma, dopo quasi tre anni di ripetuti attacchi e una trentina di ricoveri legati a questa malattia. L ‘inquinamento atmosferico ha contribuito materialmente alla morte di Ella, secondo il vice esaminatore medico del London Borough of Southwark Philip Barlow, dopo due settimane di udienze. Ella Adoo-Kissi-Debrah viveva a Lewisham, a meno di trenta metri dalla South Circular, una strada trafficata nel sud di Londra. La sentenza assume enorme rilievo perchè mai nessuna corte prima d’ora aveva dichiarato che lo smog fosse stato causa di morte.
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Nel 2014, la giustizia aveva stabilito che fosse morta per insufficienza respiratoria acuta causata da asma grave e non a causa dell’inquinamento. Ma questi risultati sono stati ribaltati nel 2019 e un nuovo ciclo di udienze è stato ordinato a causa di nuove prove scientifiche ritrovate, incluso il rapporto dell’esperto britannico di inquinamento atmosferico Stephen Holgate, avvenuto nel 2018. Quest’ultima aveva notato un “collegamento sorprendente” tra i ricoveri di emergenza di Ella e i picchi di biossido di azoto e particelle sospese, registrati vicino a casa sua. Si tratta di fattori inquinanti molto dannosi. Ella viveva sul filo del rasoio a causa dell’asma. Ciò significa che un cambiamento molto piccolo può avere avuto conseguenze drammatiche in un corpo che viveva in queste condizioni.
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E’ stata questa la tesi su cui si è fondata la vittoria al processo. Si stima che tra 28.000 e 36.000 decessi che si verificano nel Regno Unito ogni anno siano collegati all’inquinamento atmosferico.
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