Vladimir Putin liquida le recenti accuse rivolte a lui e al Cremlino per il presunto avvelenamento di Navalny.
Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, liquida immediatamente le recenti accuse rivolte a lui e al Cremlino a causa dell’avvelenamento di Navalny. L’oppositore russo era stato intossicato lo scorso 20 agosto 2020 con una potente neurotossina simile al Novičok (новичок). Il dissidente politico aveva rilasciato di recente un’intervista: “Ora sto molto meglio, ma non ho dubbi sul colpevole. Putin ha cercato di uccidermi”, ha dichiarato l’intervistato Alexei in una videoconferenza direttamente dalla Germania. “Non ho dubbi che Putin abbia ordinato di uccidermi” aveva riferito Navalny, ricordando che la neurotossina è un’arma bianca, nonché una tra le sostanze più tossiche mai inventate. Di conseguenza, per la sua fabbricazione “è necessario un laboratorio statale.” A seguire le parole del presidente.
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“Se la Russia avesse voluto uccidere il leader dell’opposizione Navalny, avrebbe sicuramente finito il lavoro”
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Oggi, 19 dicembre, Vladimir Putin ha risposto alle domande del giornalista di Life.ru, Alexander Yunashev, riguardo alle indagini, ancora aperte, sull’avvelenamento del politico Alexei Navalny. “Chi ha bisogno di avvelenarlo”, ha dichiarato il presidente riferendosi al giurista, senza mai menzionarlo con nome e cognome. Durante la conferenza stampa televisiva nazionale, Putin ha più volte negato il coinvolgimento dell’agenzia di spionaggio russa dell’FSB. Difatti, nella versione di Putin, l’oppositore politico è anzitutto un agente dello spionaggio USA. Di conseguenza, il team di paramedici e chimici dei servizi russi lo pedinava in quanto spia degli americani. Infine, la rivelazione agghiacciante “se avessimo voluto farlo fuori, avremmo finito il lavoro”.
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Secondo Putin, la notizia del coinvolgimento del Cremlino nell’intossicazione del leader dell’opposizione russa è solo “una falsificazione” di una recente indagine di Bellingcat.
Fonte: Новая газета (Novaja Gazeta)