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Esteri

Stuprata e lasciata esanime in un campo: 19enne muore dopo settimane di agonia

Quattro uomini sono accusati di aver stuprato ed ucciso una giovane ragazza di soli 19 anni: l’episodio ha scatenato proteste nel Paese.

(Nino Carè – Pixabay)

Quasi impossibili da contare i casi di violenza sessuale in India ai danni di giovani donne, a volte addirittura bambine, che spesso all’apice di un’escalation di brutalità vengono anche uccise. I loro corpi esanimi poi abbandonati come fossero immondizia; l’ultimo gesto di disprezzo derivante da una mentalità che concepisce le donne come meri oggetti, esseri inferiori di cui poter disporre. L’impunità dei carnefici ha spesso alimentato il fenomeno e creato una sorta di accondiscendenza. Oggi, però, qualcosa sembra essere cambiato. Episodi come quello  dello stupro di gruppo e dell’omicidio di una ragazza di 19 anni scuotono le coscienze ed attivano proteste in tutto il Paese.

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India, stuprata da quattro uomini ed uccisa: la morte di una 19enne accende le proteste

(Getty Images)

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Quattro uomini sono accusati di stupro di gruppo ed omicidio di una ragazza di 19 anni. I fatti si sono svolti in India lo scorso settembre ed hanno sollevato le proteste dell’intero Paese.

Stando a quanto riporta la redazione del The Guardian, la giovane stava lavorando nei campi di un villaggio dell’Uttar Pradesh. Improvvisamente sarebbe stata assalita da quattro uomini che l’avrebbero trascinata poco lontano, aggredita sessualmente e poi provato a strangolarla con uno scialle.

La 19enne è stata rinvenuta in una pozza di sangue dai suoi familiari, con la spina dorsale spezzata. Immediatamente sarebbe stata trasportata in un ospedale locale e poi trasferita in uno di Delhi. A due settimane dal ricovero, purtroppo, il suo cuore ha smesso di battere nonostante i tentativi dei medici di salvarle la vita.

La 19enne apparteneva alla casta Dalit, la più povera nella gerarchia indiana mentre i suoi aggressori pare ad un ceto più alto. I numeri relativi alle donne Dalit sono impietosi, si stima che ogni giorno sarebbero in 10 ad essere violentate. Il caso della ragazza in prima battuta non avrebbe ricevuto grandi attenzioni a livello mediatico a causa di vari “depistaggi” ad opera della polizia. La  miccia si sarebbe accesa a scoppio ritardato, quando le forze dell’Ordine avrebbero rivelato dopo numerose pressioni, di come si fosse trattato di stupro. L’omissione delle forze dell’ordine ha scatenato l’ira del Paese ma prima ancora quella dei familiari della 19enne. Una protesta che ha condotto alla sospensione di alcuni agenti dal servizio, accusati di negligenza.

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La polizia respinge le accuse

La risposta della Polizia, però, non si è fatta attendere: respinta ogni accusa, riporta la redazione del The Guardian, avrebbe, infatti, minimizzato l’accaduto e smentito lo stupro. Una ricostruzione sostenuta anche da Yogi Adityanath, capo ministro dell’Uttar Pradesh, il quale ha tuonato affermando che la violenza non si sia verificata e che il tutto sia solo frutto di una montatura. Una ricostruzione, però, che non smette di suscitare dubbi anzi che li alimenta, anche alla luce del fatto che la polizia ha disposto la cremazione del corpo della ragazza di notte e senza chiedere il consenso alla famiglia.

Ai giornalisti e politici dell’opposizione è stato vietato di recarsi presso il villaggio. Un inviato, Siddique Kappan, che ha provato a valicare il cordone di polizia creato attorno al centro è stato arrestato e probabilmente, riporta The Guardian, anche torturato.

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Polizia indiana (Getty Images)

Questo caso mostra come nonostante le leggi introdotte nel 2012 contro gli stupri, la mentalità non sia cambiata affatto. Le violenze ai danni delle donne continuano ad essere dilaganti. È necessario che il fenomeno venga eliminato in tempi rapidi. Un fenomeno contro cui la popolazione ed alcune associazioni si battono da tempo, una lotta che, purtroppo, come dimostrano i numeri, non avrebbe portato ad un calo degli episodi di violenza contro le donne che, spesso, terminano in tragedia ed in alcuni casi le vittime sono minori.

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