A poco più di un anno dalla scoperta delle 39 vittime, due uomini sono stati condannati per omicidio preterintenzionale.
È passato poco più di un anno dalla scoperta di 39 cadaveri nel retro di un camion dell’Essex in Inghilterra. Questo lunedì, 21 dicembre due uomini sono stati giudicati colpevoli di omicidio preterintenzionale, quello relativo alla morte dei 39 migranti vietnamiti ritrovati morti nel 2019. Le vittime avevano un’età compresa tra i 15 ei 44 anni: 28 uomini, 8 donne e 3 bambini sono deceduti a causa delle elevate temperature del Tir. La vettura era appena entrata nel Regno Unito attraverso un traghetto proveniente dal porto di di Zeebrugge, Belgio; la sua temperatura ha raggiunto livelli insopportabili: l’indicatore segnava quasi 40°, per l’esattezza 38, 5° C.
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Gheorghe Nica, 43 anni, è stato il principale organizzatore del traffico illecito; mentre Eamonn Harrison, un camionista di 24 anni ha guidato il rimorchio per metà viaggio. Entrambi sono stati processati dalla Central Criminal Court di Londra, conosciuta anche come Old Bailey lo scorso ottobre: entrambi rischiano l’ergastolo.
Oltre ai due criminali, oggi sono stati dichiarati colpevoli altri due uomini. Gli imputati sono Christopher Kennedy, un camionista di 24 anni, e Valentin Calota, 38 anni. Riguardo al delitto, solo l’accusato di nazionalità romena, Gheorghe Nica, ha ammesso parzialmente le sue responsabilità in merito, pur contestando il suo coinvolgimento nelle dinamiche dell’omicidio. I principali sospettati sono Maurice Robinson, alla guida del camion al ritrovamento delle salme, e Ronan Hughes, un 40enne nordirlandese, accusato di aver organizzato il percorso per il trasporto illecito dei migranti.
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Il 23 ottobre 2019, i corpi sono stati ritrovati a bordo di un camion nell’area industriale di Grays, a est di Londra. Le vittime sono morte per asfissia e ipertermia, a causa del caldo e della mancanza di ossigeno all’interno del container.
Fonte: Mirror, France Bleu
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