Il ministro britannico della Sanità ha dichiarato che la nuova mutazione del virus è legata alla variante sudafricana.
Il tratto distintivo della nuova variante sono 8 mutazioni della proteina S, la Proteina Spike, utilizzata dall’agente virale SARS-CoV-2 per legare l’enzima di conversione dell’angiotensina, ACE2, sulle cellule del corpo umano e penetrare al loro interno. Matt Hancock, ministro britannico della Sanità, ha dichiarato che la nuova mutazione del coronavirus, emersa di recente nel Regno Unito, sarebbe effettivamente legata alla variante del Sudafrica. Secondo quanto riferiscono gli scienziati africani, la nuova ramificazione virale, di cui il Regno Unito ha già rilevato due casi sospetti, è molto probabilmente una variante più rapida e resistente rispetto alla precedente. Il nuovo ceppo potrebbe inoltre colpire più seriamente i giovani e, per di più, potrebbe persino essere leggermente più resistente ai vaccini.
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La nuova variante, nota come 501.V2, è stata identificata nella zona metropolitana di Nelson Mandela Bay, un comune sulle rive della baia di Algoa nella provincia del Capo orientale. L’area è stata particolarmente colpita dalla nuova mutazione virale, così come nelle provincie del Capo orientale e del Capo occidentale. Probabilmente, la maggiore ondata di infezione è dovuta alla potenziale repentinità di infezione, tratto distintivo della neonata tipologia dominante virale. I dati sulla variante sudafricana sono già stati collazionati con la variante britannica la scorsa settimana. “Sommando i dati, abbiamo scoperto che la nuova variante è più efficace e rapida in termini di trasmissibilità infettiva.” – dichiara il dott. Richard Lessells, specialista nella ricerca sulla nuova variante in Sud Africa.
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“L’esito della ricerca non va assolutamente bene” – continua il ricercatore – “Significa che dobbiamo impegnarci al massimo per fermare il nuovo virus quanto prima.”
Fonte: The Guardian
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