Roberto Saviano dopo la revoca della cittadinanza onoraria: “Verona molto meglio dei guitti che la rappresentano”
Roberto Saviano non è più cittadino onorario di Verona. La proposta, presentata dal consigliere leghista Zelger e sottoscritta da altri 9 consiglieri è stata approvata ieri in consiglio comunale con 20 voti a favore, 7 astenuti e un contrario. Ad annunciarlo è lo stesso scrittore, attraverso un post sul proprio profilo twitter: “Cari amici veronesi, da oggi non sono più un vostro concittadino, ma continueremo a scambiarci opinioni anche quando non saremo d’accordo, a proporre soluzioni anche se scomode e a vigilare sull’operato dei nostri amministratori: perché questo fanno i cittadini”. Intanto sono arrivate le motivazioni della scelta. Rainews ha sottolineato: “Il mancato ringraziamento di Saviano al Comune di Verona e il fatto di non avere mai manifestato la volontà di venire a ritirarla”.
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Inoltre, la scelta è stata motivata anche da “ripetute espressioni di disprezzo contro l’ex ministro Matteo Salvini con frasi calunniose” e di “essersi schierato a favore del sindaco di Riace”. In sostanza, stando a quanto sottolineato da Rainews, ci sono anche delle scelte politiche dietro l’iniziativa votata dal consiglio comunale di Verona. La cittadinanza onoraria, concessa nel 2008, viene revocata dopo 12 anni. Tanti gli scontri a distanza di carattere ideologico e politico tra il leader della Lega e Roberto Saviano. Stando a quanto riportato da Rainews, questo avrebbe influenzato la scelta. Alquanto discutibile che una cittadinanza sia revocata per questioni di divergenze ideologiche tra il destinatario dell’onorificenza e un leader di partito.
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Intanto, il sindaco di Verona non rientra tra i firmatari ed era assente in aula nel giorno del voto. Inoltre, il presidente del consiglio comunale ha così motivato: “Fomenta odio ideologico, provocazioni rappresentano mancanza rispetto verso istituzioni”. Intanto è stato durissimo il commento di Cacciari riportato su Rainews: “E’ un atto di pura idiozia”. Che Dio li perdoni, non sanno quello che fanno”.