Mauro Vittiglio ci racconta la sua esperienza da calciatore e il periodo in cui giocò con Paolo Rossi, che sostituì dopo lo scandalo scommesse.
Quali sono stati gli esordi della tua carriera?
“Ho iniziato a giocare al Pro Roma, poi mi ha acquistato il Perugia dove ho fatto tutto il settore giovanile fino alla Primavera e quando avevo 18 anni e mezzo, l’allora allenatore Ilario Castagner mi chiamò in prima squadra”.
Quell’anno al Perugia fu una stagione molto significativa. Ci vuoi raccontare il motivo?
“Stiamo parlando della stagione ’79-’80 e in prima squadra c’era Paolo Rossi, proprio in quell’annata un giorno sono stato convocato nella partita Perugia-Pescara, partendo dalla panchina.”.
Quello è stato il giorno in cui hai preso il posto di Paolo Rossi?
“Quel giorno non sostituii Paolo Rossi, durante quella gara Paolo era in campo e io entrai al posto di un altro calciatore. L’anno dopo però Pablito fu squalificato per lo scandalo del calcio-scommesse e io giocai al posto suo per tre partite”.
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Ti ricordi come visse quel periodo Paolo Rossi?
“Il periodo della squalifica Paolo lo visse come un dramma anche perché non c’entrava niente. Gli diedero due anni di squalifica, per fortuna il tecnico l’ha aspettato e nell’82 ci ha fatto vincere i mondiali, dove fece sei gol vincendo poi il Pallone d’Oro. Un bel riscatto.”
Cosa rappresentava per te Paolo Rossi?
“Per me Paolo Rossi era un idolo, io all’epoca ero un ragazzino e lui era già famoso, sostituirlo è stato bellissimo per me: un ragazzo di 18 anni che esordiva in serie A e che sostituiva un campione come lui”.
Come lo descriveresti e cosa ricordi di lui?
“Paolo Rossi era una persona splendida, un ragazzo eccezionale. Un aneddoto da raccontarti? Che non vinceva mai a carte”, sorride.
Cosa è significato per un ragazzo così giovane avere l’opportunità di giocare accanto a un fuoriclasse come lui?
“Il mio idolo era proprio Pablito, mi sono ispirato a lui anche perché giocava nel mio stesso ruolo. Quando giocavamo insieme al Perugia anche Paolo era giovane, aveva 25 anni ma dava consigli a noi esordienti in prima squadra”.
Com’è proseguita la tua carriera dopo quegli anni?
“Dopodiché sono partito per il militare, sono andato a giocare ad Arezzo in C1: il primo anno abbiamo vinto la Coppa Italia, dove ho segnato in finale contro la Ternana, e il secondo anno il campionato passando così nella stagione successiva in serie B”.
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Gli anni più belli da un punto di vista calcistico e professionale?
“Ad Arezzo ho vissuto le due stagioni più belle da un punto di vista professionale per i traguardi raggiunti e per il bell’ambiente che ho trovato. Poi sono tornato a Perugia perché all’epoca c’era la comproprietà e mi avevano vinto alle buste. Dopodiché sono andato alla Reggina dove sono stato 5 anni e ho conosciuto mia moglie.”
MELISSA LANDOLINA
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